Kunduz. Non meno di 56 Talebani sarebbero rimasti uccisi a causa del bombardamento effettuato la notte scorsa da aerei della Nato nella provincia settentrionale afghana di Kunduz: lo hanno reso noto fonti delle Forze Armate tedesche da Berlino. Proprio il contingente della Germania ha il controllo dell'area. Le stesse fonti hanno precisato che non vi sarebbero state vittime civili, contrariamente a quanto riferito invece da testimoni oculari, e confermato poi dalle autorita' locali. "Nessuno dei nostri soldati e' caduto", ha precisato un portavoce militare, aggiungendo tuttavia come "siamo ragionevolmente certi che i morti fossero tutti insorti, ma non ne siamo sicuri al 100 per cento". Stando all'Esercito tedesco, intorno alle 2,30 del mattino ora locale, quando in Italia era circa la mezzanotte, una furibonda battaglia e' scoppiata 7 chilometri a sud-ovest dell'omonimo capoluogo provinciale, dopo che gli ex studenti coranici avevano assalito un convoglio carico di rifornimenti per le truppe dell'Isaf, la Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza guidata dall'Alleanza Atlantica. Lungo la strada che nel distretto rurale di Ali Abad conduce al villaggio di Angorbagh, gli aggressori si sarebbero impadroniti di alcune auto-cisterne, almeno una delle quali sarebbe pero' successivamente piombata nelle acque di un fiume: tutto intorno si sarebbero allora ammassati non solo guerriglieri che cercavano di recuperare il veicolo, ma anche semplici civili intenti a impadronirsi del carburante che fuoriusciva dai serbatoi. Il camion sarebbe stato centrato da una bomba, saltando in aria e determinando una gigantesca esplosione che avrebbe fatto strage di chiunque si trovasse nei pressi, arso vivo. Secondo il capo della polizia distrettuale, Baryalai Basharyar Parwani, vi sarebbero stati oltre sessanta tra morti e feriti; a detta del governatore provinciale, Mohammad Omar, potrebbero aver perso la vita addirittura novanta persone. Un portavoce del governatorato, Mahbubullah Sayedi, dal canto proprio ha parlato di "circa novanta morti", peraltro "in maggioranza Talebani". Un capo tribu' della zona, Mohammad Sarwar, a sua volta ha raccontato che le auto-cisterne sequestrate erano due, e che quando sono state colpite i ribelli stavano offrendo il carburante depredato agli abitanti. "Noi", ha commentato l'anziano, "attribuiamo la colpa sia ai Talebani sia al governo". Una portavoce del Comando Isaf a Kabul, capitano di corvetta Christine Sidenstricker, ha confermato il raid aereo, puntualizzando pero' che sul sito dell'attacco "c'erano solo insorti", e che l'incursione era "mirata" contro di loro. "Ecco chi riteniamo sia stato ucciso", ha aggiunto, spiegando che i piloti e i loro comandanti hanno agito "sulla base delle informazioni disponibili sul campo". La portavoce ha aggiunto che e' comunque gia' in corso un'inchiesta approfondita sulla vicenda. Dopo l'Esercito, anche il ministero della Difesa tedesco ha in seguito smentito che si siano verificate perdite tra la popolazione: "Non ci sono stati danni fisici a terzi", ha ribadito infatti un portavoce del dicastero, rimarcando inoltre come la protezione dei civili costituisca la priorita' assoluta per il contingente schierato dalla 'BundesWehr' in Afghanistan. Ha ammesso peraltro che le informazioni in suo possesso sono ancora provvisorie, e che si attendono i risultati delle indagini disposte dall'Isaf. Il portavoce ha specificato che sono stati proprio soldati della Germania ad affrontare i Talebani, i quali si erano impadroniti dei camion fermandoli a un finto posto di blocco. Vista la resistenza opposta dagli insorti, e' stata chiesta la copertura aerea alleata. L'accaduto rischia comunque di esasperare ancora di piu' i gia' difficilissimi rapporti tra le forze occidentali e la popolazione afghana, per non dire quelli con il governo del Paese centro-asiatico, che ha piu' volte denunciato gli eccessi perpetrati dagli alleati nella lotta ai Talebani, imponendo a suo tempo anche modifiche alle regole d'ingaggio, peraltro adottate solo dalla Nato e non dalla coalizione multinazionale controllata dagli Usa, che continua nel frattempo a condurre una propria campagna anti-guerriglia 'parallela' a quella della stessa Isaf. Si tratta altresi' dell'ennesima riprova di quanto la situazione sul terreno in Afghanistan stia peggiorando sempre di piu', di fronte alla rinnovata offensiva dei ribelli ultra-islamici, che finora non e' stato possibile stroncare.