Cinzia Niccolai e Gabriella Chiaramonte esponenti della Carovana per la Costituzione SEMPRE presentano un dossier sull'incostituzionalità della legge
FIRENZE. Se non fosse che la Sovranità popolare dimora da tempo sulla cima della nostra Costituzione, ultimamente sembrerebbe in stato di sfratto dal legittimo trono su cui è assisa, per via di astute e ben architettate trappole. E se non fosse che fior di sentenze di autorevoli giudici stessero lì a difenderla da continue turbolenze, sarebbe stata già defenestrata. Eppur ci provano e a volte ci riescono anche…
Prendete il TOSCANELLUM (leg. reg. n.51/2014): il listino bloccato facoltativo ignora la sentenza della Corte Costituzionale (n.1 del 2014), ma si prende anche gioco degli elettori.
Ecco perché: dai dati si scopre che non sono stati eletti i candidati più votati e che i seggi non sono equamente distribuiti sul territorio. Il sistema di attribuzione dei seggi, con l’artificio dello spacchettamento in 4 parti della provincia di Firenze, determina che ad essa vanno 12 dei 35 seggi attribuiti con le preferenze, di cui 7 eletti nella circ. Firenze 1 (comune di Firenze) e 5 nel resto della sua provincia (circ. 2-3-4). Il resto della regione si accontenta di 23 eletti. La provincia di Firenze avrà 1 candidato ogni 81.095 abitanti, quella di Grosseto, ad es.,1 ogni 220.564. La media riferita al territorio regionale è invece di 1 ogni 104.920 abitanti.
Lo sfregio ulteriore alla sovranità popolare è la mancata elezione di quei candidati dell’opposizione che hanno totalizzato un maggior numero di preferenze rispetto ai primi eletti del collegio di Firenze 1. Emblematico il caso del primo eletto del M5S: arrivato 15° per preferenze ottenute (mentre 14 candidati avrebbero avuto la precedenza su di lui poiché più votati, in più, 11 di questi non sono stati eletti).
L’incostituzionalità della legge elettorale toscana, inoltre, sembra manifesta relativamente agli art. 48, 56 e 58, 67 e 117, relativo al n.3, protoc.1, del CEDU. Grazie al premio di maggioranza, infine, 24 seggi sono andati al PD e 16 al resto dell’ opposizione.
Come può il 23% di consensi reali giustificare “l’appropriazione” del 60% dei seggi dell’assemblea regionale, da parte di un solo partito? Il 48,02% di consensi del Pres. E. Rossi va rapportato, infatti, allo spaventoso 51,72% di astensionismo. Se invece i seggi fossero stati attribuiti senza il premio di maggioranza ad alterare l’equilibrio democratico della rappresentanza (sentenza n.1, 2014) il PD avrebbe avuto 21 eletti contro i 19 delle opposizioni.
Cinzia Niccolai e Gabriella Chiaramonte
rappresentanti della Carovana per la Costituzione SEMPRE (carovanacostituzione_sempre@