ROMA. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha consumato l’ennesimo atto di arroganza, reiterando il decreto sul commissariamento della Banca Popolare di Spoleto, annullato da sentenze del Consiglio di Stato a tutela di banche e banchieri, calpestando i diritti degli azionisti minori e dei risparmiatori, che si sono visti azzerare completamente il valore dei loro investimenti.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, ha reiterato ”ora per allora” il decreto del febbraio 2013 con cui era stata disposta l’amministrazione straordinaria della Banca Popolare di Spoleto e che era stato annullato con la sentenza del Consiglio di Stato il 9 febbraio 2015. Il decreto del MEF, che continua a prendere come ‘oro colato’ le dubbie valutazioni e conseguenti decisioni di Bankitalia, se voleva contemplare anche “finalità di tutela della sana e prudente gestione degli intermediari coinvolti, sull’esigenza di evitare qualsiasi incertezza in ordine alla stabilità dei rapporti medio tempore sorti e proseguiti e tenuto conto della predetta sentenza”, aveva il dovere di contemperare anche la difesa degli azionisti di minoranza.
Ma tale scandalosa vicenda, con la Banca d’Italia che ha visto annullare un commissariamento dal Consiglio di Stato e che si avvale di commissari indagati, proseguirà il suo corso nelle competenti sedi giudiziarie civili e penali, a tutela dei diritti e della legalità calpestata da atti d’imperio che tentano di offrire sanatorie postume a comportamenti spregiudicati delle banche e dei banchieri centrali.
Elio Lannutti (Adusbef)