La Cassazione rigetta il ricorso
ROMA. (AGI) Si’ alla sospensione di un dirigente regionale, accusato di peculato per aver utilizzato a fini privati l’auto di servizio, addirittura per un picnic con amici e parenti il giorno di Pasquetta. La sesta sezione penale della Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da un dirigente della Regione Puglia, nei confronti del quale il tribunale del Riesame di Bari aveva disposto la misura interdittiva della sospensione per due mesi dall’esercizio di un pubblico ufficio. Dalle indagini, si legge nella sentenza n.20922 depositata oggi, era emerso che il dirigente aveva usato l’auto della Regione “anche nei giorni prefestivi e festivi, per scopi estranei a quelli dell’ufficio: si’ e’ recato in luoghi che nulla hanno a che fare con i suoi compiti istituzionali, e’ stato sorpreso a scaricare dall’auto buste e pacchi della spesa davanti all’abitazione dei genitori, si e’ recato il giorno di Pasquetta presso la foresta di Mercadante in compagnia di parenti e amici per fare un picnic, ha parcheggiato l’auto nel garage privato del padre”, circostanze che, secondo la Cassazione, “giustificano la valutazione del tribunale in ordine alla sussistenza dei gravi indizi del reato contestato”. Non solo: dalle verifiche sul chilometraggio, era emerso che l’auto aveva percorso, nel periodo in cui l’indagato ne aveva la disponibilita’, ben 3.300 chilometri, contro i 997 documentati dai fogli di percorrenza giornaliera. In tal modo, osserva la Suprema Corte, il dirigente ha arrecato “un danno patrimoniale apprezzabile all’amministrazione” e sussiste anche il pericolo di reiterazione del reato, dati i “compiti che allo stesso sono affidati nel suo ufficio, che lo portano ad utilizzare l’autovettura”. La “scelta della misura – conclude la sentenza – appare del tutto coerente con tale esigenza, senza comportare una eccessiva compressione della liberta’ personale dell’imputato”.