CATANIA. Da dieci anni pagava il 'pizzo' alla cosca Santapaola per evitare 'problemi', una 'tangente' da 400 euro al mese, ma quando i carabinieri hanno arrestato, a sua insaputa, l'esattore del clan, 37enne incensurato, che poco prima aveva incassato i soldi, si é sfogato con un pianto liberatorio. Protagonista della vicenda è un ristoratore della provincia etnea nel cui locale i militari dell'Arma della squadra antiestorsione del reparto operativo del comando provinciale di Catania avevano messo, senza informarlo, delle telecamere nascoste. Le indagini erano puntate sull'incensurato che gli investigatori ritenevano un esattore della 'famiglia' Santapaola. Seguendolo hanno capito che il ristoratore era sotto estorsione e, all'insaputa della vittima, hanno piazzato delle microtelecamere, su disposizione della Dda della Procura di Catania. Quando hanno visto che Messina incassava i soldi sono entrati nel locale e davanti alle contestazioni dei carabinieri il ristoratore ha ammesso di essere taglieggiato da più di 10 anni.