FIRENZE“La Toscana si mobiliti, dal vertice della Regione fino all’ultimo circolino di campagna, per impedire alle Poste di effettuare il taglio annunciato di 100 dei 1200 uffici postali nella nostra regione, in particolare di quelli più periferici.” E’ l’appello lanciato dai segretari regionali di Slp-Cisl Vito Romaniello, Slc-Cgil Graziano Benedetti e Uilposte Renzo Nardi, che stamani hanno tenuto una conferenza stampa a Firenze, alla vigilia dell’incontro, domani, tra Regione e comuni interessati dai tagli.
“Il radicamento e la presenza capillare sul territorio è uno dei patrimoni più preziosi delle Poste hanno –dicono i sindacati-; smantellare questa rete alla lunga costituirà un boomerang per le stesse Poste che così lasciano campo libero ai competitor bancari. Senza contare il grave danno per le comunità locali, soprattutto per i centri più periferici e in particolare per gli anziani, che già scontano la scarsità di servizi. Non lamentiamoci che le zone montane si spopolano se le lasciamo prive di qualunque servizio!”
Poste Spa ha annunciato nei giorni scorsi la chiusura definitiva di 63 uffici postali e la riduzione delle giornate di apertura per altri 37. A soli tre anni dal precedente taglio che aveva portato a 74 chiusure e 57 razionalizzazioni. Le chiusure non porteranno a licenziamenti, ma alla ricollocazione di circa 80 lavoratori “che andranno così a coprire, ma solo in parte, il buco lasciato dai 130 lavoratori esodati del 2014. Altro che nuove assunzioni.”
“Oltretutto –è stato detto- già in passato era stato attuato un piano di razionalizzazione che ha portato alla chiusura degli uffici meno redditizi. Ma c’era stato un confronto per trovare una soluzione equilibrata. Stavolta l’azienda ci ha annunciato il piano già deciso, che prevede anche chiusure senza senso e che sarà operativo entro 60 giorni.”
Per questo i sindacati lanciano la mobilitazione e chiedono il sostegno delle Istituzioni (Regione, Anci, Uncem) ma anche delle comunità locali. “Ci aspettiamo che dall’incontro Regione-comuni di esca una strategia comune per spingere Poste Spa ad aprire un tavolo di confronto. Vorremmo che anche le comunità locali, a partire dai circoli e dalle associazioni di cui la nostra terra è ricca, si mobilitassero per il loro ufficio postale. Oggi, grazie alla telematica, nelle realtà più decentrate l’ufficio postale potrebbe diventare un presidio multifunzionale, offrendo –grazie ad accordi con il pubblico- tanti servizi, dall’anagrafe alla consegna di medicine. Quella finestra sul mondo insomma che per i più giovani è internet, ma che per i più anziani può essere rappresentata proprio dall’ufficio postale.”