ROMA. Spesa sempre più cara: nel prossimo anno gli italiani spenderanno 140 euro in più a famiglia per l'acquisto di pane, pasta e derivati dei cereali: 3,4 miliardi in più se si prende in considerazione il dato nazionale.
E' questa la cifra riportata dal rapporto Ref per Ancc-Coop, citato dalla Coldiretti, che ritiene "scandaloso" che il dimezzamento del prezzo del grano dall'inizio dell'anno non ha portato alcun beneficio ai consumatori di pane e pasta. Non solo: per l'associazione degli agricoltori questo calo dei prezzi ha anche provocato una situazione drammatica nelle campagne dove non si riescono piu' a coprire i costi della coltivazione.
In occasione del 'World Pasta Day' la Coldiretti lancia l'allarme sul rischio dell'abbandono della coltivazione a partire dalle prossime semine con gravi conseguenze per il piatto piu' amato agli italiani.
"La situazione – sottolinea la Coldiretti – e' drammatica con il grano tenero che e' sceso sotto i 16 euro per quintale e quello duro sotto i 22 euro per quintale, valori che non consentono di coprire i costi di produzione in forte ascesa (+56% in un anno per i concimi). A differenza – precisa la Coldiretti – si continua a registrare secondo l'Istat a settembre un record di aumenti della pasta (+24,9 per cento) che ha raggiunto valori medi di 1,6 euro al chilo, secondo il servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole. Gli italiani sono i maggiori acquirenti di pasta con consumi medi che – continua la Coldiretti – sono sui 28 chili a persona, tre volte superiori a quelli di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiori a quelli di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiori a quelli di un giapponese".
Il crollo del prezzo del grano ha peraltro effetti a livello internazionale con perdite di oltre 120 miliardi di euro per i contadini dei diversi continenti che rischiano di essere costretti ad abbandonare una coltivazione dalla quale dipende la sopravvivenza di miliardi di persone con un raccolto di quasi 600 milioni di tonnellate all'anno.
E' questa la cifra riportata dal rapporto Ref per Ancc-Coop, citato dalla Coldiretti, che ritiene "scandaloso" che il dimezzamento del prezzo del grano dall'inizio dell'anno non ha portato alcun beneficio ai consumatori di pane e pasta. Non solo: per l'associazione degli agricoltori questo calo dei prezzi ha anche provocato una situazione drammatica nelle campagne dove non si riescono piu' a coprire i costi della coltivazione.
In occasione del 'World Pasta Day' la Coldiretti lancia l'allarme sul rischio dell'abbandono della coltivazione a partire dalle prossime semine con gravi conseguenze per il piatto piu' amato agli italiani.
"La situazione – sottolinea la Coldiretti – e' drammatica con il grano tenero che e' sceso sotto i 16 euro per quintale e quello duro sotto i 22 euro per quintale, valori che non consentono di coprire i costi di produzione in forte ascesa (+56% in un anno per i concimi). A differenza – precisa la Coldiretti – si continua a registrare secondo l'Istat a settembre un record di aumenti della pasta (+24,9 per cento) che ha raggiunto valori medi di 1,6 euro al chilo, secondo il servizio Sms consumatori del Ministero delle Politiche Agricole. Gli italiani sono i maggiori acquirenti di pasta con consumi medi che – continua la Coldiretti – sono sui 28 chili a persona, tre volte superiori a quelli di uno statunitense, di un greco o di un francese, cinque volte superiori a quelli di un tedesco o di uno spagnolo e sedici volte superiori a quelli di un giapponese".
Il crollo del prezzo del grano ha peraltro effetti a livello internazionale con perdite di oltre 120 miliardi di euro per i contadini dei diversi continenti che rischiano di essere costretti ad abbandonare una coltivazione dalla quale dipende la sopravvivenza di miliardi di persone con un raccolto di quasi 600 milioni di tonnellate all'anno.