L'upgrade dei giorni scorsi mette in luce Siena
NEW YORK. Il titolo Mps sale del 2,74% a 1,427 euro dopo che Jp Morgan ha alzato il rating a neutral aggiornando il target price a 1,5 euro per azione. L’upgrade riflette il minore costo del funding dopo la ricapitalizzazione e il parziale rimborso degli aiuti di stato, e gli esperti si attendono che il miglioramento del costo della raccolta superi direttive del management.
Grazie al rimborso di gran parte degli aiuti di Stato, al rafforzamento del core Tier 1 all’11,5% e alle nuove misure della Banca centrale europea, Jp Morgan si aspetta un’accelerazione nel miglioramento del costo della raccolta, con una riduzione di un miliardo di euro degli interessi passivi netti a fine 2016 rispetto alla guidance di 875 milioni di euro a fine 2017, mentre il costo del funding diminuirà da 180 a 160 punti base. Il principale ostacolo per un pieno re-rating resta la qualità degli attivi. Il tasso di crediti in sofferenza resta uno dei più alti in Italia, pari al 25% rispetto a una media del settore bancario italiano pari al 17%. Inoltre, mentre i crediti dubbi sono coperti al 58,5% (leggermente al di sotto al 63% del miglior competitor), la riserva a copertura dei restanti crediti non performanti è pari al 20% a fronte del 28% delle prime tre banche italiane.
“Anche se l’azione Mps non è cara, noi preferiamo Unicredit per via della migliore qualità dell’attivo”, dicono gli analisti di JP Morgan. Prima di rivedere il giudizio su Montepaschi occorrerà una migliore copertura dei crediti deteriorati e segnali di ripresa dal versante macroeconomico.
Grazie al rimborso di gran parte degli aiuti di Stato, al rafforzamento del core Tier 1 all’11,5% e alle nuove misure della Banca centrale europea, Jp Morgan si aspetta un’accelerazione nel miglioramento del costo della raccolta, con una riduzione di un miliardo di euro degli interessi passivi netti a fine 2016 rispetto alla guidance di 875 milioni di euro a fine 2017, mentre il costo del funding diminuirà da 180 a 160 punti base. Il principale ostacolo per un pieno re-rating resta la qualità degli attivi. Il tasso di crediti in sofferenza resta uno dei più alti in Italia, pari al 25% rispetto a una media del settore bancario italiano pari al 17%. Inoltre, mentre i crediti dubbi sono coperti al 58,5% (leggermente al di sotto al 63% del miglior competitor), la riserva a copertura dei restanti crediti non performanti è pari al 20% a fronte del 28% delle prime tre banche italiane.
“Anche se l’azione Mps non è cara, noi preferiamo Unicredit per via della migliore qualità dell’attivo”, dicono gli analisti di JP Morgan. Prima di rivedere il giudizio su Montepaschi occorrerà una migliore copertura dei crediti deteriorati e segnali di ripresa dal versante macroeconomico.