Piccoli tribunali: in aula a Firenze la richiesta di referendum abrogativo
La seduta è stata convocata ai sensi dell’articolo 74 del regolamento interno del Consiglio regionale, che disciplina la convocazione d’urgenza dell’assemblea: la richiesta è stata firmata da Jacopo Ferri (Pdl), seguito da Paolo Marini (FdS-Verdi), Loris Rossetti (Pd), Nicola Nascosti (Pdl) e altri e, come ricordato da Monaci, è stata decisa la mattina successiva la conferenza di programmazione dei lavori. In quella sede il presidente aveva sottolineato l’inutilità della convocazione della seduta anche in relazione alla condizione logistica di Firenze, e dei disagi legati ai mondiali di ciclismo. La richiesta di tenere la seduta odierna applica la previsione dell’articolo 75 della Costituzione, secondo il quale il referendum abrogativo di leggi può essere richiesto anche da cinque consigli regionali. I termini ultimi per produrre la relativa richiesta scadono il 30 settembre, cioè lunedì prossimo. Hanno già deliberato la richiesta Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Puglia, Marche e Calabria. Piemonte e Liguria riunisocno i loro consigli lunedì stesso, ha ricordato il presidente: “Dubito che Piemonte, Liguria e Toscana faranno in tempo”, ha affermato Monaci.
“Il referendum non è lo strumento adatto a dirimere questioni tecniche dell’ordinamento dello Stato, bensì il mezzo con cui la cittadinanza può affrontare questioni fondamentali come, lo abbiamo visto solo alcuni anni fa, il nucleare o il diritto all’acqua pubblica”. Lo scrive, in una nota, il Consigliere di Centro Democratico Rudi Russo, a margine della seduta straordinaria del Consiglio regionale tenutasi questa mattina che ha respinto la delibera per un referendum promosso da cinque Consigli regionali, teso a fermare la soppressione dei piccoli tribunali e di alcuni uffici giudiziari periferici in atto fin dalle scorse settimane. “La razionalizzazione della geografia amministrativa-giudiziaria è un’esigenza reale che deve trovare risposta: cercare di bloccare ogni iniziativa che vada in tal senso rischia di apparire a lungo andare – e il limite è già stato superato da tempo – un atteggiamento pretestuoso e conservatore”.
“Il richiamo al diritto di accesso alla giustizia è pur tuttavia legittimo”, ha aggiunto il Consigliere. “Per questo, sono soddisfatto che il Consiglio regionale abbia approvato la mozione che intende portare all’attenzione del Ministero degli Interni alcune criticità territoriali che non devono e non possono essere dimenticate. L’organizzazione interna degli uffici giudiziari, infatti, deve ottemperare non soltanto a una legittima armonizzazione e al necessario contingentamento della spesa, ma anche alle esigenze di accesso e quindi di una presenza territoriale ragionevole con quelle di efficienza, efficacia ed economicità dell’amministrazione. Faccio soltanto un esempio: l’Isola d’Elba merita una particolare attenzione per il suo carattere stesso di essere isola, a fronte anche della decisione di sopprimere la sede distaccata di Piombino.”.