Si rischiano sei mesi di stop a causa di una irregolarità nel traferimento dei documenti
BRUXELLES. (AGI) Il Tribunale Internazionale per l’ex Jugoslavia ha aggiornato a data da definire il processo contro l’ex generale serbobosniaco Ratko Mladic e si rischia uno stop di sei mesi. Il giudice Alphons Orie, nel secondo giorno di dibattimento, ha affermato che “la corte ha deciso di sospendere l’inizio della presentazione delle prove dell’accusa”. La sospensione e’ stata causata da “irregolarita'” nel trasferimento dei documenti da parte dell’accusa alla difesa, nelle fasi precedenti al dibattimento.
Circa 7mila pagine non sono state consegnate agli avvocati del ‘boia di Srebrenica’, che ora, riferisce la Bbc, chiedono sei mesi di tempo per esaminarle. Una giornata imbarazzante per la giustizia internazionale, un processo che rischia di fermarsi per un errore puramente materiale. “Dobbiamo valutare gli effetti di questi errori e cercheremo di riprendere il processo il prima possibile”, ha detto Orie. La data prevista inizialmente per la ripresa del procedimento era il 29 maggio. Nel processo per crimini di guerra e genocidio contro l’ex comandante delle milizie serbo-bosniache, stamane la procura ha mostrato i video in cui si vedono l’accusato e i suoi uomini che commettono e poi valutano la strage, la pagina piu’ nera della guerra. I video, secondo la procura, furono filmati su espressa richiesta di Mladic a fini di propaganda per la popolazione serba. “Diamo questa citta’ ai serbi come un dono”, dice in uno dei video registrati poco dopo la conquista di Srebrenica, all’epoca un’enclave protetta dell’Onu. I filmati, che furono registrati a partire dall’11 luglio del 1995, cominciano mostrando la riunione tra Mladic, i rappresentanti dei musulmani e i ‘caschi blu’ nell’hotel Fontana, vicino all’enclave di Srebrenica. Mladic chiede alla controparte che si arrendano e consegnino le armi: “Potete scegliere tra sopravvivere o morire” dice, assistito da un traduttore; poi l’esercito serbosniaco separa gli uomini dalle donne e gli anziani. In un altro, appare lo stesso Mladic che chiede di essere filmato per mostrare “il regalo fatto ai serbi” e manda i suoi uomini a continuare “la vendetta contro i turchi”; e di seguito, l’ex generale fa bruciare una bandiera turca che fino a quel momento sventolava nell’enclave. La registrazione si riferisce all’11 luglio del 1995, quando comincio’ la strage degli 8.000 bosniaci musulmani maschi. In uno degli ultimi video presentati dal procuratore Peter McCloskey, si vedono due aiutanti di Mladic che, in auto, circondano un gruppo di cadaveri ammonticchiati e fanno commenti; dopo di loro si vede un autobus vuoto e un generale serbo che saluta facendo il segno di vittoria ai comandanti di Mladic.
Circa 7mila pagine non sono state consegnate agli avvocati del ‘boia di Srebrenica’, che ora, riferisce la Bbc, chiedono sei mesi di tempo per esaminarle. Una giornata imbarazzante per la giustizia internazionale, un processo che rischia di fermarsi per un errore puramente materiale. “Dobbiamo valutare gli effetti di questi errori e cercheremo di riprendere il processo il prima possibile”, ha detto Orie. La data prevista inizialmente per la ripresa del procedimento era il 29 maggio. Nel processo per crimini di guerra e genocidio contro l’ex comandante delle milizie serbo-bosniache, stamane la procura ha mostrato i video in cui si vedono l’accusato e i suoi uomini che commettono e poi valutano la strage, la pagina piu’ nera della guerra. I video, secondo la procura, furono filmati su espressa richiesta di Mladic a fini di propaganda per la popolazione serba. “Diamo questa citta’ ai serbi come un dono”, dice in uno dei video registrati poco dopo la conquista di Srebrenica, all’epoca un’enclave protetta dell’Onu. I filmati, che furono registrati a partire dall’11 luglio del 1995, cominciano mostrando la riunione tra Mladic, i rappresentanti dei musulmani e i ‘caschi blu’ nell’hotel Fontana, vicino all’enclave di Srebrenica. Mladic chiede alla controparte che si arrendano e consegnino le armi: “Potete scegliere tra sopravvivere o morire” dice, assistito da un traduttore; poi l’esercito serbosniaco separa gli uomini dalle donne e gli anziani. In un altro, appare lo stesso Mladic che chiede di essere filmato per mostrare “il regalo fatto ai serbi” e manda i suoi uomini a continuare “la vendetta contro i turchi”; e di seguito, l’ex generale fa bruciare una bandiera turca che fino a quel momento sventolava nell’enclave. La registrazione si riferisce all’11 luglio del 1995, quando comincio’ la strage degli 8.000 bosniaci musulmani maschi. In uno degli ultimi video presentati dal procuratore Peter McCloskey, si vedono due aiutanti di Mladic che, in auto, circondano un gruppo di cadaveri ammonticchiati e fanno commenti; dopo di loro si vede un autobus vuoto e un generale serbo che saluta facendo il segno di vittoria ai comandanti di Mladic.