CATANIA. 24 ordini di custodia cauterale in carcere: questo l'esito di un'inchiesta che ha scoperto intrecci tra mafia, imprenditoria e politica. Gli uomini colpiti sono esponenti del clan Santapaola-Ercolano di Catania e delle sue frange nella provincia, in particolare a Paterno'. I provvedimenti sono stati eseguiti la notte scorsa dai carabinieri inun'operazione denominata "Padrini" e che ha impegnato 200 militari con l'apporto di elicotteri e unità cinofile. Nell'ordinanza firmata dal gip Antonino Fallone vengono contestati a vario titolo i reati di associazione mafiosa finalizzata a estorsioni, rapine, furti, all'acquisizione della gestione o comunque del controllo di attivita' economiche e di appalti e servizi pubblici e a ostacolare il libero esercizio del voto in occasione di competizioni elettorali. Le indagini, avviate nel luglio del 2005, e coordinate dal procuratore aggiunto di Catania, Giuseppe Gennaro, dal sostituto Agata Santanocito e dal magistrato della Direzione nazionale antimafia Carmelo Petralia, hanno fatto luce su diversi episodi di estorsione e anche sul movente dell'agguato in cui vennero uccisi Roberto Faro e Giuseppe Salvia e ferito gravemente il figlioletto di quest'ultimo, Alessio Salvia. I due sarebbero stati eliminati per avere compiuto ripetuti furti ai danni di imprese edili "tutelate" dal clan Santapaola. Per questo duplice omicidio sono gia' sotto processo, come esecutori materiali, Salvatore Assinnata, Alfio Scuderi, Giovanni Messina e Benedetto Beato, che vennero arrestati poco dopo l'agguato. Il blitz della notte scorsa, sostengono gli inquirenti, ha scongiurato una vendetta trasversale gia' programma e organizzata per punire un collaboratore di giustizia uccidendo un suo fratello che risulta pure affiliato alla cosca.