Un rapporto sulla tassa di proprietà della casa apre un fuoco di polemiche tra Italia e Unione europea
BRUXELLES. L’analisi del Rapporto Ue 2012 su “Occupazione e sviluppi sociali” elaborato dalla comunità Europea arriva a concludere che “Le tasse sulla proprietà non hanno impatto sulla disuguaglianza sociale in Estonia e Italia e si ritiene che aumentino leggermente la povertà in Italia”. Richiesta precisazione in merito, il commissario agli Affari sociali, Laszlo Andor, non ha commentato l’imposta: “È argomento di campagna elettorale”. Forse per evitare di alzare un polverone di polemiche, ma il presidente del Consiglio italiano, Mario Monti, ha prontamente replicato: “Ce l’hanno chiesta loro”. Laszlo Andor ha poi risposto alla domanda se l’Imu, secondo la Commissione europea, dovesse per caso essere abolita, limitandosi a dire che per l’Italia “è molto importante” procedere con il consolidamento del bilancio assicurando che i gruppi sociali svantaggiati, “come giovani e donne, abbiano accesso al mercato del lavoro”. Sempre con riferimento al caso italiano, nel rapporto si tenta di indicare, da parte della commissione europea quegli aspetti che potrebbero essere migliorati della tassazione sulla proprietà: l’aggiornamento dei valori catastali, le deduzioni non legate alla capacità dei contribuenti a fronteggiare la tassa sul reddito, la definizione della residenza primaria e secondaria. La diminuzione della disuguaglianza di reddito attesa da un cambiamento dai valori catastali ai valori di mercato delle case è spiegata da un progressivo aumento dei valori degli affitti.