Il segretario Rasmussen ha espresso rammarico per la perdita di vite dovute al fuoco amico
BRUXELLES (Adnkronos/Ign) . Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha espresso il suo “forte rammarico per la perdita di vite umane” a Brega. In una nota diffusa a Bruxelles dopo che il contrammiraglio Russel Harding, numero due delle operazioni in Libia, non si è scusato per le vittime del raid di ieri a Brega durante il quale sono stati colpiti alcuni carri armati, Rasmussen ha affermato che si è trattato di “uno sfortunato incidente”.
“La situazione su terreno è molto fluida”, ha osservato il numero uno dell’Alleanza atlantica, ricordando che “nel passato abbiamo visto che carri armati sono stati usati dal regime di Gheddafi per attaccare i civili”. “L’unica ragione per cui i nostri aerei colpiscono equipaggiamento militare – ha sottolineato ancora Rasmussen – è che potrebbero essere usati per attaccare i civili, ma posso assicurare che facciano il possibile per evitare vittime civili”.
Rass Harding, vicecomandante dell’operazione Unified Protector, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella Sede Napoli di Bagnoli, non scusandosi per le vittime a Brega, aveva sottolineato di voler aspettare notizie più certe dagli inquirenti della Nato prima di fornire “una risposta ben dettagliata” sul numero delle vittime. Harding aveva anche aggiunto: “Non siamo stati noi a colpire i pozzi, non era nei nostri obiettivi”. Mentre, “abbiamo portato attacchi per i collegamenti a Torbruk e a Sud Ovest di Tripoli dove abbiamo colpito siti di difesa aerea” e “abbiamo distrutto infrastrutture che servivano per i rifornimenti e abbiamo portato attacchi alle forze militari”.
Sulla richiesta della Nato di un maggior impegno militare, la Farnesina ha fatto sapere che la decisione sarà presa in Italia ”in concertazione” dal governo e insieme agli altri Paesi alleati. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in merito all’ipotesi che l’Italia possa essere chiamata a modificare la sua partecipazione alla missione Nato in Libia ha spiegato all’ADNKRONOS di essere “in continuo e amichevole contatto con i ministri dei principali Paesi dell’alleanza e comunque sono decisioni che non prendo da solo ma insieme a tutto il governo e in ossequio all’indirizzo che ci ha dato il Parlamento”. Compito del governo italiano è quello, ha aggiunto, di “dare piena attuazione al mandato della risoluzione Onu. Abbiamo seguito sempre la linea della prudenza e della moderazione, e continueremo a farlo”.
Lunedì sera arriverà a Roma il capo del Consiglio Nazionale di Transizione di Bengasi, Mustafa Abdel Jalil. In agenda per martedì gli incontri con il ministro degli Esteri Franco Frattini e con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Lunedì a Bruxelles è invece previsto l’incontro tra Rasmussen e l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea, Catherine Ashton, per parlare di Libia, nell’ambito dei “contatti regolari” tra l’Alleanza e l’Ue. Ne ha dato notizia la portavoce della Nato, Oana Lungescu, che poi, replicando a quanto sostenuto ieri da un generale americano, ha detto che in Libia “non c’è uno stallo, al contrario, c’è una chiara indicazione da parte della comunità internazionale per trovare con urgenza una soluzione politica a questo conflitto”.
L’Ue, da parte sua, ha riferito Catherine Ashton, è “molto preoccupata” per la situazione a Misurata e conferma che l’operazione di assistenza umanitaria “Eufor” per la Libia “è pronta ad agire appena arriverà una richiesta dell’Ocha”, l’agenzia dell’Onu. Proprio oggi a Misurata è giunta una nave del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) con cibo, forniture e personale medico e altri generi umanitari di soccorso.
E dall’Italia oggi prenderanno avvio due ulteriori operazioni umanitarie a favore della popolazione di Bengasi. La Farnesina ha reso noto che questa mattina un C130 dell’Aeronautica Militare con un carico di aiuti è decollato da Brindisi alla volta di Bengasi.
Sul fronte libico, intanto, caccia della Nato questa mattina hanno sorvolato i cieli di Brega e Ajdabiya, in Cirenaica, ha riferito la tv satellitare ‘al-Arabiya’. Deserta è Ajdabiya, in attesa di un attacco delle truppe pro-Gheddafi, anche se la città è ancora in mano ai ribelli. Fonti dei rivoltosi hanno inoltre annunciato che sono iniziati questa mattina nuovi scontri a fuoco a Misurata tra le truppe di Gheddafi e i ribelli asserragliati nel centro cittadino.
Secondo quanto rivelato dal comandante delle forze armate degli insorti, Abdel Fattah Younis, citato dalla tv ‘al-Jazeera’, gli insorti hanno ricevuto “armi anticarro” dal Qatar. Si tratta della prima ammissione da parte dei ribelli riguardo alla fornitura di armi da parte di un paese straniero.
Mentre il dissidente libico, Salem Bunuara, invita l’Italia ad “aiutare anche militarmente” gli insorti in questa fase difficile per “loro inesperienza sul piano tattico” e per “la mancanza di armi pesanti”. Il dissidente libico, parlando con AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL, ha spiegato che “serve soprattutto l’intervento degli elicotteri, in particolare per eliminare i carri armati delle forze lealiste che si nascondono a Misurata. Non dimentichiamo comunque che Gheddafi ha un grande potenziale economico e può rafforzarsi in qualsiasi momento”.