Per Adusbef i nuovi tassi reali smentiscono l'abbassamento del costo del denaro
ROMA. I nuovi tassi soglia per il trimestre 1 aprile 30 giugno 2015, rilevati ai sensi della legge antiusura 108/96, smentiscono tutte le dichiarazioni sull’abbassamento del costo del denaro, confermando che l’economia italiana, oltre ad essere ostaggio della Bce, è taglieggiata e strangolata dalle banche. Mentre la Bce infatti, ha annunciato a giugno 2014 aste “finalizzate a migliorare l’erogazione di prestiti bancari a favore del settore privato non finanziario dell’area dell’euro”, con due successive aste Tltro della Bce al tasso dello 0,15%, regalando montagne di denari alle banche finalizzate a sostenere l’economia reale, nella realtà ha
finanziato surrettiziamente il sistema bancario, che ha investito in titoli pubblici con l’aumento delle consistenze dei titoli di Stato italiani, aumentate a 416,5 miliardi dai circa 400 miliardi di fine dicembre, dimostrando il fallimento delle politiche Bce, che hanno regalato 129,8 miliardi di euro, a tassi super-agevolati dello 0,15%.
E mentre le banche sono finanziate al tasso dello 0,15% dalla Bce, impongono interessi sui mutui pari al 3,31% per i variabili (tassi soglia 8,1375%); 4,31% per i fissi (tassi soglia 9,3875); l’11,61% per i crediti personali (soglia 18,5125); l’11,47% per i prestiti più sicuri e con zero sofferenze come la cessione del quinto dello stipendio o pensione (tassi soglia 19,685%); l’11,81% per il credito finalizzato all’acquisto rateale (18,7625 il tasso soglia); tra il 12,79 ed il 16,70% per il credito revolving (tassi soglia rispettivamente del 19,9875 e 24,700 per cento), il 10,44% per altri finanziamenti alle famiglie e alle imprese (17,0500 il tasso soglia antiusura).
Non soddisfatte, le banche e l’Abi vogliono anche far passare per regalie e gentili concessioni anche la norma di legge sulla sospensione dei mutui per
la quota capitale, che non può essere negoziata con soggetti compiacenti, ma applicata senza restrizioni e interpretazioni strumentali, o extra-costi
aggiuntivi per trattare la pratica di sospensione dei finanziamenti e dei mutui, né restrizioni della platea dii tutti i beneficiari, visto che la disposizione di legge offre al debitore richiedente, piena libertà di estensione temporale della sospensione nel triennio 2015-2017, invece che per 12 mesi.
Le banche e l’Abi, che hanno sempre lucrato interessi perfino sull’allungamento della durata di mutui e prestiti, dovrebbero impegnarsi a trasferire l’enorme massa di liquidità nell’economia reale per far ripartire la ripresa degli investimenti e dei consumi, per lasciare alle spalle un decennio di recessione.
Elio Lannutti (Adusbef)