ROMA. La crisi continua a "seminare vittime". IL centro studi di Unioncamere ha oggi presentato la sua indagine trimestrale realizzata a gennaio in cui si prevede una perdita di circa 89mila dipendenti nelle imprese italiane nei primi tre mesi del 2009.
L'indagine è stata effettuata su oltre 3.200 imprese con almeno un dipendente, operanti in tutti i settori di attivita' economica, dall'industria al commercio e agli altri servizi. In particolare, degli 88.700 posti di lavoro in meno previsti nei primi tre mesi dell'anno, il 70% si concentra nel Nord, senza grandi differenze fra Nord Ovest (-31.200, pari a un -0,5% rispetto allo stock dei dipendenti a fine 2008) e Nord Est (-30.800, pari a -1,2%). Seguono a distanza il Sud e le isole (-18.100, -1,0%) e il Centro (-8.500, per un -0,4%). Non solo. L'effetto della crisi economica ha influito negativamente anche sui rapporti tra imprese e banche: il 31% delle aziende segnala, infatti, un peggioramento delle condizioni di credito nell'ultimo anno, ancor piu' evidente per quelle operanti nei vari settori del manifatturiero. Sul fronte dell'occupazione, le aspettative di crescita sono nettamente peggiorate sul finire dello scorso anno: mentre i consuntivi di settembre 2008 davano ancora una crescita occupazionale pari a poco meno di 111mila dipendenti rispetto all'inizio dell'anno, il bilancio a fine dicembre 2008 ha evidenziato 111.100 posti di lavoro in meno. Questo significa che la flessione complessiva dell'occupazione, nell'arco di tutti i dodici mesi del 2008, e' stata pari a -1,0% (al netto dei flussi relativi ai contratti a progetto e ai lavoratori in somministrazione). Le previsioni per i primi tre mesi del 2009 sono, inoltre, di una flessione di 88.700 occupati, pari a un ulteriore -0,8% rispetto ai dipendenti in forza alle aziende al 31 dicembre 2008.
L'indagine è stata effettuata su oltre 3.200 imprese con almeno un dipendente, operanti in tutti i settori di attivita' economica, dall'industria al commercio e agli altri servizi. In particolare, degli 88.700 posti di lavoro in meno previsti nei primi tre mesi dell'anno, il 70% si concentra nel Nord, senza grandi differenze fra Nord Ovest (-31.200, pari a un -0,5% rispetto allo stock dei dipendenti a fine 2008) e Nord Est (-30.800, pari a -1,2%). Seguono a distanza il Sud e le isole (-18.100, -1,0%) e il Centro (-8.500, per un -0,4%). Non solo. L'effetto della crisi economica ha influito negativamente anche sui rapporti tra imprese e banche: il 31% delle aziende segnala, infatti, un peggioramento delle condizioni di credito nell'ultimo anno, ancor piu' evidente per quelle operanti nei vari settori del manifatturiero. Sul fronte dell'occupazione, le aspettative di crescita sono nettamente peggiorate sul finire dello scorso anno: mentre i consuntivi di settembre 2008 davano ancora una crescita occupazionale pari a poco meno di 111mila dipendenti rispetto all'inizio dell'anno, il bilancio a fine dicembre 2008 ha evidenziato 111.100 posti di lavoro in meno. Questo significa che la flessione complessiva dell'occupazione, nell'arco di tutti i dodici mesi del 2008, e' stata pari a -1,0% (al netto dei flussi relativi ai contratti a progetto e ai lavoratori in somministrazione). Le previsioni per i primi tre mesi del 2009 sono, inoltre, di una flessione di 88.700 occupati, pari a un ulteriore -0,8% rispetto ai dipendenti in forza alle aziende al 31 dicembre 2008.