La strada è nazionalizzare il Monte dei Paschi
BANCHE: PIU’ MINISTRO ECONOMIA PADOAN E BANKITALIA – CHE HANNO APPROVATO L’ESPROPRIO DEL BAIL-IN IN EUROPA A LORO INSAPUTA – RASSICURANO SU LORO STABILITA’,PIU VANNO A PICCO. STRADA MAESTRA NAZIONALIZZARE MPS E BANKITALIA.
ROMA. Più Bankitalia e ministro dell’Economia, continuano a raccontare la frottola di un sistema bancario italiano solido, affidabile, ben gestito, e più vanno a picco i titoli bancari, la cui capitalizzazione di Borsa, negli ultimi 18 mesi si è più che dimezzata.
Nel gennaio 2015 infatti, Banca Intesa guidava la classifica della capitalizzazione delle banche italiane con un valore di Borsa di 36 miliardi e 851 milioni di euro Intesa, la prima delle dieci banche italiane per capitalizzazione. Al secondo posto Unicredit, che in Borsa vale 29 miliardi e 844 milioni. Ma vediamo meglio la classifica generale di Borsa delle banche. Dopo Intesa e Unicredit al terzo posto si colloca Ubi, la prima delle banche popolari, che in Borsa vale 5 miliardi e 95 milioni. Dietro la banca lombarda c’è Mediolaum, che è quarta con una capitalizzazione di 3 miliardi e 858 milioni. Al quinto posto la seconda delle Popolari e cioè Banca Popolare con 3 miliardi e 505 milioni. Al sesto e settimo posto due tra le più attive banche del risparmio gestito: la matricola Finecobank con 2 miliardi e 807 milioni e Banca Generali, il gioiello del Leone triestino, con un valore di Borsa di 2 miliardi e 649 milioni. All’ottavo e al nono posto troviamo ancora due Popolari: la Bper, titolo molto speculativo e molto volatile, che vale 2 miliardi e 521 milioni e la Banca Popolare di Milano che capitalizza 2 miliardi e 445 milioni. Mps è decima con un valore di Borsa di 2 miliardi e 424 milioni.
Basta vedere le quotazioni odierne per verificare la debacle di borsa delle principali banche, con Mps, che guida la classifica con -84%; Banco Popolare che ha perso l’82%; Carige l’81%, Unicredit che ha perso il 70%; Intesa San Paolo soltanto il 50%.
La debacle di Borsa e la credibilità delle banche, non è figlia di un destino cinico e baro, ma della totale incapacità a prevenire la crisi sistemica, specie da parte di Bankitalia, che invece di fare il garante neutrale per assicurare la stabilità, ha raccontato frottole su un sistema bancario pieno di buchi e di banchieri ‘amici’ e soci che ricevono 340 miliardi di euro di cedole l’anno, fatto passare per stabile, approvando il bail-in, esproprio criminale del risparmio in vigore dal 1 gennaio di cui hanno fatto le spese 130.000 vittime truffate col famigerato decreto del 22 novembre 2015, che per avere diritto all’80% dei risarcimenti, circa il 6% di essi, devono passare sotto le forche caudine di inaccettabili arbitrati, quel Governatore Visco che ha scelto di volta in volta fedeli spiccia faccende, come Zonin e BpVi per fallimentari operazioni di sistema.
Più parlano di stabilità, oggi coadiuvati perfino dal presidente di Confindustria Boccia, più il sistema bancario va a picco, e sarebbe utile che Visco e Padoàn, rispettassero per una volta quella regola, secondo la quale il silenzio è d’oro. In tal modo, assieme alla nazionalizzazione di Mps e di Bankitalia, forse le banche potrebbero recuperare in Borsa.
Elio Lannutti (Adusbef)