Accusa di Adusbef e Federconsumatori: "Ennesimo favore alle banche"
ROMA. Dopo una attenta lettura, l’emendamento del Pd approvato ieri dalla commissione finanze sull’anatocismo (con l’astensione del M5S), sbandierato come il divieto all’odiosa capitalizzazione degli interessi su prestiti e fidi, è l’ennesimo inganno, una polpetta avvelenata per favorire gli esclusivi interessi delle banche e danneggiare i consumatori, che oltre al danno devono subire perfino la beffa, sia sugli interessi di mora che potranno produrre ulteriori interessi in contrasto con le consolidate sentenze di Cassazione, che con il consenso preventivo richiesto dalle banche ai consumatori affinché gli interessi passivi possano diventare capitale, se non pagati entro 60 giorni dal 31 dicembre di ogni anno, generando quindi ulteriori interessi.
L’emendamento, spacciato come soppressivo di una odiosa pratica, (che ha visto Adusbef ingaggiare dure battaglie giudiziarie arrivate in Cassazione e Corte Costituzionale), sulla maturazione degli interessi che non potrà essere inferiore ad un anno, vietando così la trimestralizzazione, stabilisce il principio in base al quale: “gli interessi debitori maturati, ivi compresi quelli relativi a finanziamenti a valere su carte di credito, non possono produrre interessi ulteriori” salvo però “quelli di mora”, lasciando il consumatore (contraente debole), in balia delle banche (contraente forte), che potrà decidere la sorte degli interessi maturati al 31 dicembre, ossia pagarli entro 60 giorni (il primo marzo dell’anno successivo) oppure trasformarli in capitale e quindi decidere che frutteranno altri interessi, con le banche che potranno “anche preventivamente” e prima della sottoscrizione dei contratti di conto corrente o di carte revolving, chiedere l’assenso alla trasformazione in capitale degli interessi. Ossia il ritorno alla pratica odiosa di anatocismo allo stato puro.
L’anatocismo uscito dalla porta rientra così dalla finestra con l’ingannevole messaggio di un suo divieto, tramite l’emendamento dell’on. Boccadutri del Pd, il quale stabilisce che: “è fatta salva la possibilità per il cliente di autorizzare preventivamente l’addebito degli interessi debitori sul conto o sulla carta decorso un termine di 60 giorni dalla valuta degli interessi medesimi”.
Se gli interessi non vengono liquidati entro sessanta giorni, vanno ad aggiungere al capitale dovuto producendo così nuovi interessi, come richiesto dalla Banca d’Italia, che proponeva di consentire il rimborso degli interessi annuali mediante il fido con: “conseguente produzione di interessi su quanto utilizzato per estinguere il debito da interessi”. L’emendamento Boccadutri, legalizza quindi l’anatocismo, fiorente pratica di capitalizzazione degli interessi bancari, così come aveva richiesto la contestatissima proposta della Banca d’Italia, che ha sempre avallato l’odiosa pratica ricapitalizzazione strozza famiglie ed imprese, vanificando 25 anni di battaglie giudiziarie nei Tribunali, in Cassazione e Corte Costituzionale.
Tuttavia l’anatocismo, vietato dal 1 gennaio 2014 dalla legge che escludeva ogni forma di interessi sugli interessi maturati, applicati dalle banche ai correntisti con la complicità di Bankitalia e Cicr che continuano a fare da palo, ha generato un indebito per oltre 4,5 miliardi di euro, che le banche devono restituire ai clienti, bonariamente oppure tramite le pronunce dei Tribunali, che verranno aditi in caso di diniego.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)