FIRENZE. La Toscana volera' su Marte. Le ricerche effettuate in Toscana, infatti, sono parte integrante del progetto Mars 500 che sta gia' lavorando a pieno ritmo alla fase propedeutica, in vista della prossima missione spaziale sul pianeta rosso. Il progetto si chiama ARES (Astronauts Resistance Enhancement to Stress] e a portarlo avanti e' un team interdisciplinare del pisano Centro Extreme, composto da ricercatori dell'Universita' di Pisa, dell'istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR) e della Scuola Superiore Sant'Anna. Il team e' appena rientrato dalla Russia dove ha condotto una serie di esperimenti finalizzati a indagare, attraverso uno sforzo interdisciplinare, appunto, i meccanismi biologici, psicologici e fisici che sono alla base della vulnerabilita' individuale allo stress e a utilizzare i dati ottenuti per mettere a punto misure correttive. Del team fanno parte Angelo Gemignani, del dipartimento di fisiologia e biochimica; Antonio Benassi, dirigente di ricerca; Remo Bedini, ingegnere di IFC-CNR; Antonio L'Abbate, professore alla Scuola Superiore Sant'Anna; Alessandro Pingitore, ricercatore che si occupa di risonanza magnetica ed ecografia. Grazie alle misure messe a punto dai ricercatori toscani in tre giorni e tre notti di intenso lavoro (test, esami del sangue, misurazione della pressione, elettroencefalogramma, ecc) gli astronauti che dal 31 marzo scorso sono stati chiusi nel simulatore spaziale NEK, la navicella destinata, nel 2020, alla vera spedizione su Marte, per circa 100 giorni proseguiranno il monitoraggio sulle risposte, sia fisiche che emotive, dei sei uomini messi alla prova dall'esperienza del confinamento forzato in un ambiente chiuso. Il quadro che emerge – oltre a costituire una premessa indispensabile per la spedizione – consentira' di saperne di piu' sulla reazione psicofisica dell'organismo umano allo stress originato da condizioni estreme. E consentira' di trovare una soluzione per allentare la tensione e prevenirla. Una soluzione che, oltre che sugli equipaggi delle missioni spaziali, potra' avere ricadute sulla popolazione in generale e in particolare sara' di aiuto per capire la relazione fra stress, sonno e funzioni dell'asse cuore-cervello anche negli operatori (come pompieri, militari, addetti alla protezione civile) costretti a lavorare in condizioni estreme.