Fallita la trattiva con i cinesi
La casa automobilistica svedese Saab ha presentato istanza di fallimento. Lo ha comunicato la proprietà olandese e lo hanno confermato dalla cancelleria del tribunale svedese che sta esaminando la richiesta. Proprio pochi giorni fa l’amministratore responsabile della ristrutturazione di Saab Automobile AB annunciò che avrebbe abbandonato il suo piano di riorganizzazione spiegando che l’amministratore Guy Lofalk avrebbe presentato presso il tribunale distrettuale Vanersborg la richiesta di porre fine alla riorganizzazione volontaria di Saab e di due controllate.
Secondo il quotidiano economico svedese Dagens una possibile soluzione dell’ultimo minuto sarebbe stata l’iniezione di capitali da parte della cinese Zhejiang Youngman Lotus Automobile senza l’acquisizione di azioni. Ma la trattativa è fallita dopo che l’ex proprietario General Motors non ha permesso ai cinesi l’uso delle tecnologie della casa svedese.
Adesso Saab Automobile e i suoi creditori avranno quindi circa una settimana per presentare il loro parere al tribunale prima che il giudice prenda la sua decisione finale sull’opportunità di concludere o meno il processo di ristrutturazione. La produzione nello stabilimento di Trollhattan è stata sospesa lo scorso aprile a causa della mancanza di fondi sufficienti per pagare fornitori e dipendenti.
Secondo il quotidiano economico svedese Dagens una possibile soluzione dell’ultimo minuto sarebbe stata l’iniezione di capitali da parte della cinese Zhejiang Youngman Lotus Automobile senza l’acquisizione di azioni. Ma la trattativa è fallita dopo che l’ex proprietario General Motors non ha permesso ai cinesi l’uso delle tecnologie della casa svedese.
Adesso Saab Automobile e i suoi creditori avranno quindi circa una settimana per presentare il loro parere al tribunale prima che il giudice prenda la sua decisione finale sull’opportunità di concludere o meno il processo di ristrutturazione. La produzione nello stabilimento di Trollhattan è stata sospesa lo scorso aprile a causa della mancanza di fondi sufficienti per pagare fornitori e dipendenti.