ROMA. L’annuario statistico 2014 dell’Istat consegna dati drammatici sullo stato delle famiglie italiane con una rilevante quota che denunciano difficoltà di accesso a servizi di pubblica utilità, situazioni di maggiore difficoltà registrate per l’accesso al pronto soccorso (53,6%) e alle forse dell’ordine (37,0%), seguono gli uffici comunali (33,8%), e le famiglie meridionali con più problemi nell’accesso ai servizi, soprattutto per il pronto soccorso (66,2% contro 46,8% delle famiglie del Nord).
Tasso di disoccupazione drammatico che sale al 12,2% (da 10,7%), quello di inattività al 36,5% (da 36,3%), con la forza lavoro ridotta a 22,420 milioni, 478mila in meno rispetto al 2012, -2,1%, il numero degli occupati nel 2013. Il calo degli occupati nel 2013 riguarda tutti i settori di attività ma i più colpiti sono costruzioni (-9,3%) e agricoltura (-4,2%),con un tasso di disoccupazione in aumento dal 40,4 al 42,7 per la fascia di età 55-64 anni, una riduzione da 18,5% a 16,3% per 15-34enni, da 63,8% a 60,2% per la fascia 25-34enni, una diminuzione sia dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato che a termine (-6,1%,) la cui incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti scende al 13,2% dal 13,8% di un anno prima: “la zona grigia dell’inattività, composta delle persone che pur disponibili a lavorare non fanno ricerca attiva di lavoro, arriva a quasi 3,5 milioni di persone”.
Calano di 335mila i lavoratori dipendenti, di 143mila gli indipendenti, con la crisi che colpisce tutti i settori di attività: -89mila unità nell’industria, -35mila in agricoltura, -163mila nelle costruzioni, -191mila nei servizi. Il tasso di occupazione 2013 è al 55,6%, “valore che si mantiene ampiamente al di sotto della media Ue (64,1%)”; quello maschile è al 64,8% (dal 66,5% del 2012), mentre il tasso riferito alle donne è al 46,5% (47,1% l’anno precedente). Rimangono ampi i divari territoriali, con il tasso di occupazione che al Nord (64,2%) è oltre venti punti più elevato di quello dell’area meridionale (42%)”. Le persone in cerca di occupazione crescono di 369.000 unità (+13,4%). Il tasso di inattività della popolazione tra 15 e 64 anni, sempre nel 2013, è pari al 36,5% (dal 36,3% del 2012) “ben superiore alla media Ue-28, 28%).
Giustizia lenta ed ingiusta. Nel 2012, i procedimenti civili sopravvenuti in primo grado sono 4 milioni 41.919 dei quali il 34,1% viene trattato dal Giudice di pace, il 65% è in carico ai tribunali e lo 0,9% alle Corti di appello- dice il rapporto annuale Istat. Nel primo grado di giudizio, il primato dei procedimenti pendenti a fine anno spetta ai tribunali con 69,2% di cause non smaltite.
Crescono delitti, truffe e frodi informatiche, mentre il governo depenalizza i reati. Nel 2012 sono stati due milioni 818.834 i delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria, il 2% in più dell’anno precedente. Risultano in forte aumento le truffe e frodi informatiche (+10,5). Incrementi più contenuti si registrano per estorsioni (+6,2%), ricettazione (+5,5%), rapine e furti (+5,1% e 4,1% rispettivamente). In calo, invece, lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione (-13,2%), i tentati omicidi (-5,3%) e gli omicidi volontari (-4%).
Case di proprietà e mutui. Unica nota positiva, il dato che il 73,4% delle famiglie è proprietario della casa in cui vive, con il 16,6 % (oltre 1,5 milioni) che deve ancora pagare le rate dei mutui.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)