ROMA. "Con il petrolio che si sta avvicinando ai 100 dollari al barile, sarebbe logico aspettarsi una diminuzione dei prezzi dei carburanti, che dovrebbero attestarsi ben al di sotto di 1,40 euro al litro". Lo ha affermto ieri (2 settembre) in una nota Federconsumatori, che arriva persino a chiedere l'abolizione della Robin Tax sulle compagnie petrolifere, per rimpinguare un po' le tasche dei consumatori.
"Di diminuzioni non vi è stata neanche l'ombra, anzi, i prezzi – sottolinea l'associazione – sono vergognosamente aumentati, attestandosi intorno a 1,47-1,48 euro al litro, con un sovrapprezzo di 7-8 centesimi al litro. Questi centesimi di euro bastano per fare il pieno non di carburante, ma di guadagno da parte di chi opera nella filiera. Infatti, le compagnie petrolifere, 'vessate' dalla Robin Tax, guadagnano in questo modo 'appena' 315 milioni di euro al mese. Come al solito, a farne le spese, saranno sempre e solo i cittadini, che, per i carburanti, subiranno ricadute di 7 euro al mese, pari ad 84 euro all'anno". Federconsumatori rinnova le richieste di "controllo della doppia velocità; completa liberalizzazione del settore, con una decisa apertura alla grande distribuzione; blocco, riduzione e restituzione del carico fiscale sui carburanti; sospensione della Robin Tax".
Era dall'aprile scorso che non si vedeva il petrolio Brent all'Ice di Londra scivolare brevemente anche sotto quota 105 dollari al barile, per poi oscillare durante la giornata di ieri ( 2settembre) intorno a 107 dollari.