"E' stato lo stesso indagato a confermare l'ipotesi"
ROMA. (AGI) Giovanni Vantaggiato, il killer dell’attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi ha avuto uno o piu’ complici e voleva effettuare un gesto “dimostrativo nei confronti del mondo intero”.Lo afferma il gip del Tribunale di Lecce, Ines Casciaro, nell’ordinanza di custodia cautelare. A indicare la presenza di uno o piu’ persone nell’organizzazione dell’esplosione che il 19 maggio scorso provoco’ la morte di Melissa Bassi e il ferimento di altre 5 ragazze e’ stato, scrive il magistrato, lo stesso indagato durante gli interrogatori. “Vantaggiato nella narrazione – si legge nell’ordinanza di convalida del fermo – ha utilizzato il plurale tutte le volte che si e’ trovato a passare da un argomento all’altro, potendo concentrarsi di meno sulle risposte, ha implicitamente ammesso la presenza di almeno un altro complice”. Peraltro, nell’interrogatorio del pm, Vantaggiato avrebbe utilizzato il plurale in molte piu’ occasioni “confermando cosi’ che, nonostante la volonta’ di negare la presenza di complici, non puo aver agito da solo”. Una conferma indiretta della presenza di un complice, sempre secondo il Gip di Lecce, viene dal testimone che indicava la notte del 19 maggio alle ore 1,30, nei pressi del chiosco dove c’erano le telecamere da cui e’ stato ricavato il famoso video, “un uomo che spingeva un bidone della spazzatura munito di ruote, e che andava in direzione della scuola”. La persona in questione, stando sempre alla testimonianza, era ben piu’ alta di Vantaggiato. Una descrizione non corrispondente al 68enne di Copertino. Secondo il gip, quindi, “nella fase attuale delle indagini non si puo’ escludere la partecipazione di terze persone”. Il magistrato accoglie poi la tesi del pubblico ministero sull’effetto terroristico che l’attentato voleva ottenere. E’ evidente che si e’ arrecato “un grave danno al Paese, poiche’ si e’ diffuso il terrore nelle scuole, sono state incentivate le misure a salvaguardia dei magistrati, sono stati incrementati i servizi di vigilanza presso gli obiettivi sensibili”. Nell’ordinanza si fa anche riferimento alla convenzione di New York del 1999, secondo la quale terroristico e’ ogni atto “destinato a cagionare la morte o lesioni personali gravi ad un civile o qualsiasi altra persona che non partecipi direttamente alle ostilita’ nel corso di un conflitto armato, quando lo scopo di tale atto sia di intimidire la popolazione”. “Voleva effettuare un gesto dimostrativo nei confronti del mondo intero”, cosi’ il gip spiega quanto sinora emerso dalle indagini. In particolare Giovanni Vantaggiato si e’ detto vittima di truffe che lo hanno messo in ginocchio economicamente. Il 68enne di Copertino ha anche affermato di ritenere che “le istituzioni dovrebbero riporre maggiore attenzione nei confronti delle vittime dei delitti di truffa”. L’attentato quindi sarebbe stato ideato e realizzato “proprio per attirare l’attenzione delle istituzioni e del legislatore” ed era finalizzato ad esprimere la sua rabbia ma anche a sottolineare l’esigenza di trovare tutele a che subisce ingenti danni. Gli indizi, precisa ancora il gip, “sembrano essere gravi, precisi e concordanti, nonche’ confermati dal suo interrogatorio nel corso del quale ha descritto con dovizia di particolari le modalita’ con le quali ha confezionato l’ordigno esplosivo, procurandosi telecomandi e materiale esplodente nel corso di numerosi mesi”. In particolare l’uomo avrebbe iniziato a programmare l’attentato “fin da prima di Natale”. L’attentato non e’ stato compiuto di notte “perche’ voleva ottenere esattamente l’effetto ottenuto”. E questo secondo il gip dimostra che “la volonta’ era esattamente quella di fare un gesto dimostrativo eclatante, finalizzato ad uccidere”.