L'azione di Confindustria contro la criminalità organizzata e contro qualsiasi forma di collusione tra imprese e criminalità proseguirà, ha assicurato Marcegaglia
MILANO (corriere.it) Confindustria finisce nel mirino delle azioni dimostrative della criminalità organizzata e del racket, fronte contro il quale l’organizzazione degli industriali è da tempo impegnata. Venerdì scorso nella sede dell’associazione, in viale dell’Astronomia a Roma, è arrivato via posta un caricatore di pistola vuoto. La scatola in cui era contenuto era accompagnata da un biglietto recante le iniziali «E.M» (Emma Marcegaglia) e «A.M», Antonello Montante, delegato per i rapporti con le istituzioni preposte al controllo del territorio. L’azione di Confindustria «contro la criminalità organizzata e contro qualsiasi forma di collusione tra imprese e criminalità» proseguirà, ha assicurato la stessa Marcegaglia. «Questa nostra missione – ha aggiunto – continuerà perché la riteniamo fondamentale per la crescita del Paese. Sono dispiaciuta per quello che è successo. Sta indagando la Digos. Io ho piena fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine. Non so quale sia la provenienza di questo gesto, ma certamente l’azione di Confindustria contro la criminalità organizzata continua». Il gesto intimidatorio ha subito fatto scattare la solidarietà di politici, sindacalisti e industriali, mentre il ministro del Welfare Sacconi rileva come l’unica risposta deve essere la repressione. Il fatto – su cui sta indagando la Digos – segue di pochi giorni il commissariamento dell’Unione degli industriali di Reggio Calabria da parte del Collegio dei probiviri di Confindustria, il 30 novembre scorso.