ROMA. Beppe Grillo, annuncia lui stesso, e' da oggi un tesserato del Pd, condizione necessaria per cominciare la corsa alla segreteria del partito annunciata ieri dal padre del 'Vaffa-day'. "Questo e' un 'bad Pd', come ci sono le bad company, vedi Alitalia. Noi vogliamo cambiare, creare un 'good Pd', a partire dai vertici", spiega ai giornalisti Grillo che aggiunge di aver deciso "per dare un senso a dieci anni di lavoro, per tornare a parlare di politica, per dare una mano ai giovani. Mi e' venuto il magone a vedere come questi fossili hanno segato la povera Debora Serracchiani: aveva appena detto che condivide le cose che dico". Un terremoto, almeno per il momento sul piano mediatico, che ha mosso parecchio le acque anche in casa dei 'Democrat'. Ignazio Marino, il terzo uomo nella corsa alla leadership tra Franceschini e Bersani, dice che "seguendo le regole della democrazia, chiunque ha le carte e le firme lo puo' fare. Io non giudico le persone, se Grillo arrivera' con una mozione strutturata e risposte concrete sui temi che preoccupano le persone che vivono nel Paese, non vedo perche' debba essere escluso". Non la pensa affatto cosi' Giovanna Melandri: "A Grillo vorrei dire che il Pd non e' un tram su cui si puo' salire all'occorrenza. Uno che ha sputato veleno sul partito fin dalla sua nascita non puo' candidarsi a guidarlo. Credo che prima dei colpi di scena, chi sceglie di impegnarsi in politica debba avere rispetto per migliaia di cittadini che, a diverso titolo, si sono impegnati per costruire il Pd e che, rispettandolo, ci credono veramente". Stesso concetto sviluppato da Fassino. Pare che, intanto, sia stata rifiutata l'iscrizione del comico al Pd. Una decisione che attende spiegazioni plausibili