ROMA. Passano da quattro a cinque, da questa mattina, le centrali italiane occupate da Greenpeace. All'alba, infatti, gli attivisti sono saliti su uno dei carbonili della nuova centrale a carbone Enel di Torre Valdaliga Nord, presso Civitavecchia "per fare pressione sul G8 – affermano in una nota – dopo il deludente documento sul clima di ieri". "Riferendosi a un generico accordo sul clima per contenere l'aumento della temperatura entro i 2 gradi senza un piano, investimenti e obiettivi – commenta da L'Aquila il direttore di Greenpeace Italia, Giuseppe Onufrio – il G8 non aiuterà a uscire dal vicolo cieco nel quale sono arenati i negoziati sul clima delle Nazioni Unite". Dalla cima del carbonile di Civitavecchia gli attivisti si sono calati con le corde e hanno scritto sulla superficie lo slogan "G8: ferma questo!", riferendosi al carbone. La polizia ha fermato e identificato i membri dello staff di Greenpeace e foto e video operatori che non partecipavano direttamente all'azione e che erano all'esterno della centrale. Nel frattempo, procedono le azioni di protesta nelle altre centrali occupate (Brindisi, Fusina/Marghera, Porto Tolle e Vado Ligure). La notte è stata sostanzialmente calma. Tutti gli attivisti e i giornalisti fermati a Porto Tolle sono stati rilasciati. A Marghera, gli attivisti saliti sulla gru sono scesi per il rischio di fulmini, mentre altri una trentina di persone restano all'interno della centrale. Infine, a Vado Ligure, l'occupazione della centrale continua con l'appoggio della popolazione.