I soldi sono usciti dalla porta per rientrare dalla finestra e salvare un centinaio di testate
SIENA. Retromarcia del governo Monti riguardo al finanziamento dell’editoria cartacea, che spesso corrisponde ai quotidiani di partito. Il fondo per l’editoria, per il quale aveva inscenato una clamorosa protesta Il Manifesto, non solo è stato ripristinato, ma dai tagli originari si è passati a un importo non molto lontano dai 150 milioni dello scorso anno.
Il governo ha dovuto placare l’ira dei partiti foraggiatori in Parlamento e, in “nome della pluralità dell’informazione” siamo arrivati alla bella cifra di 120 milioni di euro. Tutti salvi. Ecco il commento di Franco Siddi, segretario generale della Fnsi (Federazione nazionale della stampa italiana): “Rispetto al punto di collasso questa è una condizione di minima garanzia per evitare il tracollo di un intero settore dell’editoria non meramente commerciale fatto di giornali di idee, di cooperative, minoranze linguistiche, comunità italiane all’estero. Il governo punta ora a rendere più stringenti i criteri di assegnazione e a redigere nuove regole che a partire dal 2014 renderanno, speriamo, più selettivo il numero delle testate che potranno usufruire del sostegno pubblico. E’ urgente stabilire i criteri per accedere ai contributi, sperando che scremino la folta pattuglia degli aiuti di stato a giornali inutili, raffazzonati, senza lettori e senza interessi, se non quello di scroccare soldi gratis allo Stato.