Lo ammettono - obtorto collo - Adusbef e Federconsumatori
ROMA. Adusbef e Federconsumatori non nutrono alcuna stima per il Fondo Monetario Internazionale, terzo azionista della Troika assieme ad Ue e Bce, complici delle banche di affari, che dopo aver causato la crisi sistemica con la creazione del denaro dal nulla e di piramidi finanziarie edificate sulla sabbia, hanno sfornato ricette recessive per strangolare con i loro ‘programmi di aiuti’ gli Stati e smantellare stato sociale, diritti e sovranità dei popoli del sud Europa. Tuttavia l’analisi del FMI, sul ruolo delle Fondazioni Bancarie, combriccole di potere che da decenni si nominano a vicenda con criteri amicali, prive di azionisti, soggette all’influenza politica, che arriva a colpire la composizione dei corpi decisionali e le attività delle banche italiane, è pienamente condivisibile.
Tali fondazioni bancarie, azioniste di maggioranza nel 23% delle attività bancarie italiane attraverso la partecipazione in oltre il 20% del capitale bancario, laddove in molte grandi banche controllano i consigli con una quota di proprietà anche inferiore, spesso attraverso accordi tra azionisti, rappresenta un’anomalia assieme alla struttura stessa delle grandi banche popolari, le cui restrizioni imposte al possesso azionario e all’esercizio dei diritti di voto (una testa un voto) indeboliscono la valutazione di mercato e la capacità delle banche di raccogliere capitale da finanziatori esterni.
Il Tesoro che doveva avviare l’analisi sulla disciplina delle Fondazioni, per arginarne l’egemonia sulle banche socie, dopo le indagini giudiziarie che hanno colpito Carige,Mps, Banca Marche, Tercas, Cariferrara, per limitare l’eccessivo potere degli enti ed i circoli viziosi con le banche conferitarie, sembra succube dei soliti ‘pachidermi’ Acri, che governano da decenni le stesse fondazioni.
Adusbef e Federconsumatori ritengono urgente ed ineludibile un disegno di riforma delle fondazioni bancarie, per disboscare la giungla creditizia, superare quei pachidermi che da decenni le gestiscono con criteri clientelari, porre un tetto al 30% di concentrazione dei patrimoni degli enti in banca, divieto di indebitarsi per ricapitalizzare le conferitarie, e di investire in derivati ed hedge fund, intensificare la vigilanza finora poco presente del Tesoro sulle Fondazioni.
Tali fondazioni bancarie, azioniste di maggioranza nel 23% delle attività bancarie italiane attraverso la partecipazione in oltre il 20% del capitale bancario, laddove in molte grandi banche controllano i consigli con una quota di proprietà anche inferiore, spesso attraverso accordi tra azionisti, rappresenta un’anomalia assieme alla struttura stessa delle grandi banche popolari, le cui restrizioni imposte al possesso azionario e all’esercizio dei diritti di voto (una testa un voto) indeboliscono la valutazione di mercato e la capacità delle banche di raccogliere capitale da finanziatori esterni.
Il Tesoro che doveva avviare l’analisi sulla disciplina delle Fondazioni, per arginarne l’egemonia sulle banche socie, dopo le indagini giudiziarie che hanno colpito Carige,Mps, Banca Marche, Tercas, Cariferrara, per limitare l’eccessivo potere degli enti ed i circoli viziosi con le banche conferitarie, sembra succube dei soliti ‘pachidermi’ Acri, che governano da decenni le stesse fondazioni.
Adusbef e Federconsumatori ritengono urgente ed ineludibile un disegno di riforma delle fondazioni bancarie, per disboscare la giungla creditizia, superare quei pachidermi che da decenni le gestiscono con criteri clientelari, porre un tetto al 30% di concentrazione dei patrimoni degli enti in banca, divieto di indebitarsi per ricapitalizzare le conferitarie, e di investire in derivati ed hedge fund, intensificare la vigilanza finora poco presente del Tesoro sulle Fondazioni.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)