ROMA. ”La commissione di indagine sul sistema bancario per sua natura non poteva avere una relazione finale frutto di accordi politici, non doveva accontentare i membri della commissione, doveva semplicemente, analizzare il comportamento degli istituti posti sotto indagine e riportarne gli illeciti commessi. Con 19 si e 15 no, per noi tale relazione e’ nulla, fasulla, una ulteriore presa in giro nei confronti dei truffati, elettori che non glielo perdoneranno mai”. Con queste parole il presidente nazionale di Federcontribuenti, Marco Paccagnella, stronca la relazione finale della Commissione di indagine sulle banche che ieri ha consegnato la relazione. Paccagnella rileva come ”non ci si poteva aspettare da chi ha interessi diretti o indiretti con le 7 banche indagate, parliamo di tutti i partiti non solo il Pd, una indagine seria, oggettiva, leale e scevra di omissioni! La settimana scorsa – fa presente Paccagnella – la magistratura ha sequestrato 1,75 milioni di euro per garantire i costi della giustizia temendo una fuga di danaro, che potessero sparire in qualche buco: perché non hanno sequestrato somme a garantire anche il rimborso dei truffati? Si fa sempre tutto a meta’, sempre a tirar acqua al proprio mulino, un comportamento da meschini! Certo non ci si poteva aspettare nulla di piu’ da una commissione messa su in maniera cosi’ tardiva e con valutazioni molto generiche sulle valutazioni sull’operato dei vari soggetti coinvolti, da chi doveva vigilare”.
“Conclude il presidente di Federcontribuenti; “Pier Ferdinando Casini è stata una scelta infelice perchè non al di sopra delle parti tant’è che non è stato in grado di chiarire quali e quanti rapporti i rappresentanti politici hanno avuto nella vicenda. Non ha saputo rispondere alla domanda più importante, i rappresentanti politici sapevano della grave situazione economica delle banche? Sapevano del sistema adottato per liberarsi dei crediti deteriorati? Sapevano della messa in vendita di tutoli o obbligazioni tossici?”.