"Il 45% dei redditi al netto sono fermi a 15 mila euro. Poveri con busta paga"
ROMA. Il 45% dei redditi al netto delle imposte sono poco sopra i 15 mila euro. Federcontribuenti: ”In Italia un lavoratore su 5 rientra nella fascia povera pur avendo un lavoro. Non è il deficit del 2,4% il problema, nemmeno i 15 miliardi di euro per flat tax, reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni. Tra il 2010 e il 2017 l’Italia ha speso in ammortizzatori sociali 82 miliardi di euro.
Il 70% degli aiuti è stata coperta dai contributi versati dai lavoratori dipendenti e dalle imprese, mentre i restanti 20 miliardi provengono dalla fiscalità in generale e continuiamo a dare la paghetta?”.
Certo che si potrebbe superare la soglia del 3%, certo che potremmo disinteressarci dello spread, ma solo per un buon motivo, ”abbassare l’Iva sui consumi, le tasse sul lavoro, imporre uno stipendio minimo per tutti e una pensione mai inferiore alle 1000 euro”.
10, 5 milioni di persone, tra cui 1,3 milioni di bambini vivono, in Italia, nella povertà assoluta: ”tra l’altro queste tre manovre, fra tutte il reddito di cittadinanza, farà diminuire per un totale di 4 miliardi i mini aumenti dei docenti scolatici; inoltre la – quota 100 – svuoterà le strutture mediche dei medici e non si prevedono assunzioni. Toglieranno il bonus degli 80 euro e ci saranno tagli sulla disabilità e inoltre, per finanziare tutto questo gli ammortizzatori sociali passeranno da 12 a 6”.
Ma tutti quegli enti inutili sono stati poi tagliati?
”In campagna elettorale si parlava di tagliare ben 400 tra leggi ed enti inutili nel nome di un risparmio da veicolare per i beni primari dei cittadini. Invece vorrebbero istituire altri enti come l’ agenzia nazionale per la ricerca e l’istituzione di una Agenzia di vigilanza per la sicurezza delle strade e autostrade e aumentare i fondi per i Centri per l’impiego ignorando la loro esistenza e alimentando lo spreco. Si dovrebbe prima conoscere il patrimonio di risorse umane, poi la struttura complessa dello Stato e capire cosa potenziare e cosa eliminare”.
Federcontribuenti ricorda al governo che: ”mentre i redditi sono fermi e divorati dalle imposte abbiamo aumenti su tutti i generi di primo consumo come su tutte le utenze domestiche e aumenti anche sul diritto alla salute vista la corsa alle strutture private. La conseguenza è scontata: capacità di acquisto sempre più bassa e indebitamento costante unito all’obbligo del governo di farsi carico della fascia povera del Paese”.
È responsabilità di tutti, unitamente al senso civico, morale e giuridico, impedire questa grave perdita di risorse finanziarie onde evitare di consegnare l’Italia ad un nuovo periodo di grave recessione.