L'accusa è disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistica
TORINO. La Corte d’Appello di Torino ha condannato il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, ex manager dell’Eternit a 18 anni di carcere per disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistica. In primo grado la condanna era stata di 16 anni. “Un inno alla vita, un sogno che si avvera”. Così il pm torinese Raffaele Guariniello ha definito la sentenza della Corte di appello di Torino per il processo Eternit sulle vittime dell’amianto. La Corte ha deciso di non doversi procedere per morte del reo nei confronti del barone belga Louis De Cartier, deceduto a 92 anni nel maggio scorso. Le parti civili per le quali è stato riconosciuto un risarcimento di 30mila euro sono 938, quasi la meta’ rispetto alle circa 2000 vittime per cui era stato riconosciuto un risarcimento nel processo di primo grado. Sono state inoltre disposte provisionali per 20 milioni per la Regione Piemonte, mentre per il Comune di Casale Monferrato la cifra è di 30,9 milioni. Gli indennizzi nel complesso superano gli 89 milioni di euro. Nessun risarcimento è stato riconosciuto a Inail e Inps. Ai sindacati, che si erano costituiti parte civile, è stata riconosciuta una provvisionale di 100mila euro ciascuno; a Legambiente, WWF e Medicina Democratica 70mila euro.