BRUXELLES. Venerdì è il giorno cruciale per le banche europee: saranno pubblicati (intorno alle 22, dopo la chiusura dei mercati americani) i risultati degli stress test, che riguardano 51 istituti del continente. Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Popolare, Ubi Banca e Monte dei Paschi di Siena sono le italiane sottoposte al controllo, con Mps che da giorni occupa i titoli dei giornali per la situazione non rosea. Eba, però, non quantificherà essa stessa eventuali carenze patrimoniali (shortfall) rispetto ad un obiettivo prestabilito, come accaduto con gli stress test di 2011 e 2014, ma indicherà stima su quello che sarà il coeffieciente patrimoniale Tier1 di ogni banca a fine 2018, partendo dai dati dichiarati a fine 2015, con uno scenario di base e uno scenario “avverso”.
Rispondendo ad un europarlamentare, in una lettera pubblicata oggi, il presidente della Bce Mario Draghi ha ribadito che l’istituzione è favorevole a provvedimenti che facilitino lo smaltimento dei non performing loans (Npl). Ricordando che la loro definizione spetta alle autorità nazionali.
Ma non c’è solo Mps sotto la lente, stavolta anche DB, alias Deutsche Bank, è meno tracotante, avendo dichiarato un quasi azzeramento degli utili nel II trimestre e dovendo provvedere al saldo di costosi contenziosi giudiziari negli Usa. i tedeschi mostrano anche “una pesante esposizione a prodotti finanziari derivati”.