L'aumento è di 4 milioni dal 2007
ROMA. (AGI) Il tasso globale della disoccupazione giovanile rimane nel 2012 al suo massimo livello dall’inizio della crisi e non ci si aspetta una diminuzione almeno fino al 2016: in totale sono 75 milioni i giovani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro, un aumento di circa 4 milioni dal 2007. E’ quanto afferma l’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel suo rapporto 2012 sulle tendenze mondiali dell’occupazione giovanile. Secondo le previsioni contenute nel rapporto, il 12,7 per cento della manodopera globale giovanile rimarra’ disoccupata quest’anno, dato rimasto invariato rispetto al picco massimo della crisi raggiunto nel 2009 e leggermente superiore a quello dell’anno passato che si attestava al 12,6 per cento. Il tasso sarebbe anche piu’ elevato se venissero considerati anche quanti, scoraggiati dalla mancanza di prospettive, abbandonano o posticipano la ricerca di un posto di lavoro. In questo caso, il tasso di disoccupazione giovanile raggiungerebbe il 13,6 per cento nel 2011. A livello globale, Il tasso di disoccupazione subira’ un’ulteriore pressione quando i giovani che hanno deciso di prolungare gli studi, a causa delle limitate prospettive occupazionali, entreranno nel mercato del lavoro. “La crisi della disoccupazione giovanile puo’ essere sconfitta ma solo se la creazione di posti di lavoro per i giovani diventera’ una priorita’ fondamentale nelle strategie e se si aumenteranno in maniera significativa gli investimenti del settore privato”, ha dichiarato Jose’ Manuel Salazar-Xirinachs, direttore esecutivo dell’Ilo. Benche’ alcune regioni abbiano mostrato segnali di ripresa dalla crisi economica, o quantomeno siano riuscite a mitigarne l’impatto, la disoccupazione giovanile e’ un problema che riguarda tutte le aree geografiche. Nelle economie sviluppate la situazione e’ anche peggiore di quanto suggerito dal tasso di disoccupazione giovanile del 18% previsto per quest’anno, a causa di una riduzione massiccia della manodopera. Nella Comunita’ degli Stati Indipendenti e nella regione dell’Europa centrale e sud-orientale, nel 2011 il tasso di disoccupazione giovanile e’ leggermente sceso al 17,6 per cento. In Nord Africa, il tasso di disoccupazione giovanile e’ salito di 5 punti percentuali a seguito della primavera araba, lasciando il 27,9 per cento dei giovani senza un lavoro nel 2011. In Medio Oriente il tasso raggiungeva il 26,5 per cento. In America Latina e Caraibi, il tasso e’ aumentato rapidamente durante la crisi economica, passando dal 13,7 per cento del 2008 al 15,6 per cento nel 2009. E’ sceso nuovamente al 14,3 per cento nel 2011 ma non ci aspettano altri miglioramenti nel medio termine. Nell’Africa sub-Sahariana, il tasso, all’11,5 per cento nel 2011, e’ stato relativamente stabile dal 2005. Nel sud-est asiatico e nel Pacifico ha raggiunto il 13,5 per cento nel 2011, un calo dello 0,7% in rapporto al livello del 2008. Anche nell’Asia dell’Est, forse la regione piu’ dinamica dal punto di vista economico, il tasso di disoccupazione era 2,8 volte piu’ elevato per i giovani rispetto agli adulti.Globalmente e nella maggior parte delle regioni, la crisi ha colpito piu’ duramente le giovani donne rispetto ai coetanei maschi. Le differenze sono piu’ evidenti in Africa del Nord, mentre nelle economie sviluppate sono stati colpiti maggiormente i giovani uomini. Molti giovani sono confinati in lavori temporanei, di bassa produttivita’ o altri tipi di lavori che non promettono opportunita’ migliori.
Nelle economie sviluppate, i giovani occupano sempre piu’ posti di lavoro temporanei o a tempo parziale mentre nei paesi in via di sviluppo sono molti quelli che svolgono lavori non remunerati in aziende o imprese familiari informali. I giovani che non hanno un’occupazione e che non studiano sono motivo di grande preoccupazione, in particolare nelle economie sviluppate. Questa categoria costituisce spesso almeno il 10 per cento dei giovani e il loro numero e’ cresciuto in modo significativo in molti paesi industrializzati.
Nelle economie sviluppate, i giovani occupano sempre piu’ posti di lavoro temporanei o a tempo parziale mentre nei paesi in via di sviluppo sono molti quelli che svolgono lavori non remunerati in aziende o imprese familiari informali. I giovani che non hanno un’occupazione e che non studiano sono motivo di grande preoccupazione, in particolare nelle economie sviluppate. Questa categoria costituisce spesso almeno il 10 per cento dei giovani e il loro numero e’ cresciuto in modo significativo in molti paesi industrializzati.