ROMA. Potrebbero partire entro il prossimo anno in Italia i primi test sull'uomo per la cura della sclerosi laterale amiotrofica, la Sla, basati sull'uso di cellule staminali. Questo è quanto annunciato da Angelo Vescovi, professore di biologia cellulare, dipartimento di biotecnologie e bioscienze dell'università Bicocca e dell'Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano, direttore della banca di cellule staminali cerebrali di Terni, nel corso del congresso tenutosi a Roma presso l'Istituto Superiore di Sanità ed organizzato da Neurothon Onlus-associazione per la ricerca sulle malattie neurodegenerative – in collaborazione con lo stesso Vescovi e con la dottoressa Letizia Mazzini, neurologo della clinica neurologica dell'Università del Piemonte Orientale e dell'Ospedale Maggiore della Carità di Novara. Per la prima volta viene affrontato il problema dell'applicazione clinica delle cellule staminali. Clinici e ricercatori di tutto il mondo si sono riuniti per confrontare le proprie conoscenze e le proprie esperienze per giungere ad un passo molto importante "che tutti noi attendiamo – spiega Vescovi – e per il quale da anni stiamo lavorando: il passaggio dal laboratorio alla sperimentazione clinica che pensiamo di poter intraprendere entro il 2009, recuperando i ritardi finora accumulati". Il test, in fase uno, è previsto su dieci pazienti e molto probabilmente avverrà a Terni, in modo che gli interventi avvengano vicino alla banca delle staminali cerebrali, e sarà condotto in collaborazione con i due centri milanesi nei quali lavora Vescovi, e le università del Piemonte Orientale di Padova. L'incontro "La ricerca sulle cellule staminali nella Sla: dal laboratorio alla sperimentazione clinica" ha visto la partecipazione di esperti, clinici e ricercatori internazionali per confrontarsi sullo stato della ricerca e sullo sviluppo delle terapie sperimentali in grado di contrastare la Sla, che colpisce oltre 500.000 persone nel mondo e 7.000 solo in Italia.