4 anni per il primo, nove per il secocndo
ROMA. I giudici della I Sezione penale di Roma del Tribunale hanno condannato Sergio Cragnotti a 9 anni e Cesare Geronzi a 4 per il dissesto della società agroalimentare Cirio. L’imprenditore era il principale imputato in un giudizio che vedeva sotto accusa complessivamente 35 persone (una delle quali, Livio Ferruzzi è deceduto in questi giorni), e una società di revisione. Condannati anche il genero e i figli di Cragnotti. In particolare, al genero Filippo Fucile sono stati inflitti 4 anni e sei mesi di reclusione. Quattro anni anche per Andrea Cragnotti, mentre sono stati condannati a 3 anni di reclusione gli altri due figli del patron di Cirio, Elisabetta e Massimo. Bancarotta fraudolenta per le varie ipotesi previste dal codice e cioè per distrazione, documentale e preferenziale, nonché truffa oltre ad altri reati minori. Erano queste le accuse contestate a seconda della posizione processuale agli imputati che secondo le richieste dei pubblici ministeri Rodolfo Sabelli e Gustavo De Marinis rischiavano tutti pesanti condanne. In particolare per Sergio Cragnotti erano stati chiesti 15 anni di reclusione e per Cesare Geronzi 8 anni oltre a pene accessorie. Dodici anni invece il pm aveva chiesto per Filippo Fucile, genero di Cragnotti che ha avuto un ruolo di dirigente nell’azienda, 8 invece i figli di Cragnotti Andrea, Elisabetta e Massimo. Unicredit, come responsabile civile dovrà infine pagare 200 milioni di euro insieme a gli altri imputati all’amministrazione straordinaria Cirio.