Adusbef e Federconsumatori invitano a recarsi agli sportelli della banca centrale per avere il diniego motivato
ROMA. Nel (non) dare esecuzione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 216/2015, che ha cancellato il decreto del Governo Monti di anticipare di 82 giorni la prescrizione del cambio delle lire in euro, Bankitalia pretende dai cittadini la prova diabolica consistente nell’obbligo di dimostrare di aver presentato la richiesta di cambio tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo.
Ma se tutti i quotidiani e le Tv informarono ai primi di dicembre 2011, che non era più possibile convertire le lire in euro, perché il decreto ‘Salva Italia’ del Governo di Mario Monti, aveva anticipato al 6 dicembre 2011 con la prescrizione, il diritto di conversione, come è possibile che il Ministero dell’Economia e delle Finanze, possa pretendere: ”al fine di garantire certezza e trasparenza alle operazioni di conversione, l’obbligo di dimostrare di aver presentato la richiesta di cambio tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, specificandone l’importo ?”.
Ieri la Banca d’Italia, responsabile col Mef dell’ennesima, gravissima lesione di una sentenza della Consulta messa sotto i piedi, ha comunicato che dal 22 gennaio al 5 febbraio 2016, oggi sono state fatte 74 operazioni di conversione delle lire in euro, per un importo complessivo di circa 564 mila euro, mentre le richieste di chiarimenti e segnalazioni sono state 2.300, “in attuazione della sentenza n. 216/2015 della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il decreto legge n. 201/2011 con il quale il termine per il cambio era stato anticipato dal 28 febbraio 2012 al 6 dicembre 2011”.
Poichè più che una attuazione, si tratta di una marchiana elusione di una sentenza della Corte Costituzionale, ribadita dal presupposto che non verranno convertite le lire a coloro che in buona fede, non erano andate a chiedere il cambio delle lire in euro negli sportelli di Bankitalia, perché ciò non era più consentito dal decreto Salva Italia, Adusbef e Federconsumatori, continuano ad invitare tutti coloro (e sono migliaia) che chiedono informazioni, di recarsi negli sportelli della Banca Centrale con le lire, facendosi rilasciare ricevuta del diniego con motivata decisione.
Diritto, legalità, e sentenze, specie quelle della Consulta, non possono essere calpestate in uno Stato di diritto e come di consueto dai tecnocrati di Bankitalia-Mef, dalle convenienze economiche, per la posta in gioco di 1,3 mld di euro, e proprio per questo, andremo avanti con iniziative giudiziarie nella tutela dei cittadini raggirati ancora una volta, come nel decreto salva-banche, dalla Banca d’Italia e dallo Stato.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)