Emerge dal prospetto dell'aumento di capitale della banca
SIENA. C’è un rischio di controversia fiscale da oltre un miliardo senza nessun accantonamento per il Monte dei Paschi, secondo quanto emerge dal prospetto dell’aumento di capitale della banca diffuso venerdì sera. La Direzione regionale delle Entrate (presumibilmente la Toscana) contesta operazioni realizzate tra il 2002 e il 2007 da Banca Mps e dalle altre banche del gruppo poi fuse (Bam e BT) nonché alla vecchia Antonveneta. Lo afferma Il Sole 24Ore riprendendo Radiocor.
I processi verbali di constatazione, con avvisi accertamento, riguardano operazioni di trading su azioni a cavallodello stacco dei dividendi e pronti contro termine su bond esteri. Le imposte contestate ammontano a 377milioni più sanzioni per 575 più interessi non indicati. Le Entrate contestano al gruppo Monte dei Paschi un indebito beneficio fiscale anche se con corretta applicazione di norme (cosiddetto abuso di diritto). Poi ci sono altri proceassi verbali di constatazione, non tradotti in avvisi accertamento, per analoghe operazioni che avrebbero determinato risparmio di imposte per 130mln escluse eventuali sanzioni. Dal prospetto emerge poi che per le ‘litì giudiziarie in corso il gruppo ha accantonato quasi 350 milioni. Dal prospetto anche una stima delle spese complessive massime (comprese commissioni di garanzia) per l’aumento di capitale: 32,6 milioni.