MILANO. Duro colpo al patrimonio economico di Cosa Nostra. Un provvedimento di confisca di beni per un valore stimato in circa 800 milioni di euro è stato notificato dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo, al manager della Sanità privata Michele Aiello, imprenditore di Bagheria (Palermo), condannato in secondo grado alla pena di quindici anni e sei mesi di reclusione per associazione mafiosa, corruzione continuata e truffa aggravata. Aiello è considerato uomo legato al boss Bernardo Provenzano. Tra i beni confiscati anche il polo oncologico di eccellenza "Villa Santa Teresa", da 108 posti letto, che ha sede a Bagheria, alle porte di Palermo. Il provvedimento riguarda inoltre otto imprese operanti nel settore edile; sei del settore sanitario; la società che gestisce la squadra di calcio del Bagheria; edifici, appartamenti, ville, terreni, autovetture, imbarcazioni, polizze vita e magazzini. Secondo gli inquirenti, Aiello avrebbe fondato la sua crescita imprenditoriale, nata nel settore edile e poi ampliatasi esponenzialmente a quello della sanità, «sulla sostanziale situazione di monopolio assicurata dall'appoggio dei vertici di Cosa Nostra» che avrebbe investito «ingenti somme di denaro nelle sue molteplici attività imprenditoriali». La confisca trae origine dagli accertamenti patrimoniali eseguiti dalla quinta sezione del nucleo investigativo del reparto operativo dei Carabinieri, che il 26 marzo 2004 avevano già consentito di sequestrare i beni.