UDINE. Smascherato dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Udine, dopo due anni di indagini in tutta Italia, un vasto sistema usuraio che si serviva di numerosi funzionari di banca ‘infedeli’ e che aveva gettato sul lastrico un imprenditore edile. Tutto era partito dalla segnalazione di quest’ultimo, ‘risucchiato’ da un giro di usura che ha avuto il coraggio di denunciare fornendo alla polizia le informazioni necessarie per avviare l’operazione. La vicenda, come informa una nota della Guardia di Finanza di Udine, ha seguito il classico canovaccio: per sopperire a problemi di liquidita’ a seguito di un grosso investimento aziendale poco fortunato, l’imprenditore era entrato in contatto con un ‘clan’ di usurai, radicato non solo in provincia di Udine, che gli ha concesso somme in prestito a tassi di interesse superiori al 400 per cento annuo, che lo hanno ridotto in breve sul lastrico. Nel tentativo di restituire le sempre piu’ ingenti cifre dovute, l’uomo si e’ rivolto a un canale bancario che gli ha concesso l’apertura indiscriminata di molteplici linee di credito, conti correnti e finanziamenti, ripetutamente rinnovati, per importi assolutamente sproporzionati rispetto alla loro capacita’ reddituale, alla capacita’ di restituzione e alle dimensioni aziendali. Dalle indagini della Guardia di Finanza e’ emerso che sette funzionari di quattro istituti di credito che operavano fuori dal Friuli Venezia Giulia -tutti in posizione di vertice (direttori generali, direttori di filiali, consiglieri di amministrazione e altri)- erano pienamente consapevoli che il denaro prestato veniva poi retrocesso esclusivamente agli usurai, che tra l’altro erano conosciuti come tali. Nonostante cio’, hanno continuato a concedere prestiti per oltre due anni.