Ancora ignoti gli altri resti ossei nella basilica di Sant'Apollinare
ROMA. (Adnkronos) – ‘Cold Case’ a Roma. Alla Polizia Scientifica sono bastati 5 minuti in tutto per identificare Enrico De Pedis. Nella Basilica di Sant’Apollinare, per l’apertura e all’ispezione della tomba in cui è sepolto il boss della Banda della Magliana, sono scesi 10 esperti in tutto della Scientifica: 2 funzionari (di cui uno medico legale) e 8 specialisti in attività di videodocumentazione, dattiloscopia e in analisi dei terreni. Una vera e propria ‘taske force’ che ha lavorato sul mistero della sepoltura di ‘Renatino’, nell’ambito dell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Gli esperti hanno identificato con certezza De Pedis perché sono riusciti a ricostruire l’identità dattiloscopica del boss da un piccolissimo frammento di epidermide prelevato dall’indice della sua mano destra. Il frammento di tessuto utile per riscontri dattiloscopici ha consentito il prelievo dell’impronta delle creste papillari, ovvero il disegno caratteristico e unico dell’impronta del dito. Queste creste hanno un disegno, linee e curve. Sono state fotografate e confrontate con il cartellino segnaltetico del boss della magliana, custudito agli atti del casellario giudiziario. Il dato è stato partecipato in tempo reale ai magistrati sul posto, che potrebbero riservarsi anche di procedere a un eventuale riscontro genetico.Continueranno invece per tutta la settimana gli esami sui resti ossei contenuti nelle oltre 200 cassette trovate nell’ossario di Sant’Apollinare, una cripta che si trova di fronte a quella dove era sepolto Enrico De Pedis. Le ossa verranno ispezionate dal consulente della procura di Roma, Cristina Cattaneo, antropologo forense. L’attività ispettiva a lei delegata mira a determinare la datazione delle ossa e altre caratteristiche. Da alcune ossa è infatti possibile ricavare anche il sesso. La soluzione del mistero è ancora lontana, ma l’attività di documentazione è iniziata.