L'ex-presidente di Consob aveva chiesto un milione di euro
In particolare, nella sentenza si legge che Cardia aveva sostenuto che Lannutti, “come reazione alla sanzione di 100mila euro inflittagli dalla Consob per aver manipolato il mercato delle azioni Unicredit, aveva diffuso due comunicati stampa (il 30.11.2009 e il 1.12.2009) nei quali aveva dichiarato che avrebbe chiesto ‘le immediate dimissioni di Lamberto Cardia, un fantoccio nelle mani di Profumo”, “il cui figlio Marco è notoriamente a libro paga delle banche e delle aziende controllate dalla Consob” e “che esegue gli ordini dei banchieri in generale, del signor Alessandro Profumo in particolare, che dopo la denuncia di Adusbef alle 10 Procure della Repubblica, aveva inviato una segnalazione alla Consob per manipolazione dei mercati dei titoli Unicredit al suo più fedele scudiero ed esecutore dei suoi desiderata’ e aveva posto in essere una campagna diffamatoria sia nelle aule parlamentari, con varie interrogazioni e interventi, sia attraverso gli organi di stampa, sia sul portale del suo partito”.
Dichiarazioni che, a dire di Cardia, non potevano essere coperte dall’insidacabilità riservata ai parlamentari dall’articolo 68 dellaCostituzione “per assenza del nesso funzionale tra le opinioni espresse ed il concreto esercizio delle funzioni parlamentari”. Non la pensa così il giudice Filomena Albanoritenendo invece che “la denuncia politica espressa da Elio Lannutti (…) presenti un nesso di strumentalità con la funzione di parlamentare del convenuto, riconducibile al potere rappresentativo ed al potere di controllo delle Camere del Parlamento repubblicano che, attraverso i loro membri, danno voce alle istanze dei cittadini e si fanno carico degliinteressi della Nazione (…) e per altro verso svolgono una funzione di indirizzo e controllo sull’esecutivo, nel contesto di quegli aspetti vitali della democrazia parlamentare italiana”. Dal canto suo Lannutti aveva evidenziato come la multa della Consob per l’affaire Unicredit “era stata annullata dalla Corte di Appello di Perugia con sentenza n. 4/2010 e pertanto l’accusa di essere animato da risentimento personale nei confronti del dr. Cardia era del tutto infondata”. Quanto al contenuto delle sue dichiarazioni “riproducevano le accuse mosse dal rag. Fiorani contro Cardia davanti ai PM, come diffuse da vari giornali. La Consob, con Cardia prima, con Vegas ed il suo cerchio magico ora, è il feticcio di un’Autorita’, che -come conclamato da molte sentenze di Cassazione- non è mai riuscita a prevenire i crack finanziari ed industriali, da Parmalat a Cirio all’ultima di Deiulemat, spesso contigua con banche ed aziende vigilate, corresponsabile di aver bruciato 60 miliardi di euro ad 1,2 milioni di famiglie. Questa Consob- ha scrittoAdusbef in una lettera dossier inviata al presidente del ConsiglioRenzi ed alle istituzioni-, va messa nella condizione di non nuocere più al mercato ed ai risparmiatori, quindi sciolta e rifondata, con conseguente richiesta risarcitoria per i danni inferti a Vegas, Caputi, Stazi ed al suo cerchio magico.
Adusbef, grata agli avvocati Antonio Tanza e Lucio Golino, che hanno inflitto ennesima sconfitta giudiziaria ai fantocci di banche e banchieri, continuerà le sue battaglie per i diritti dei consumatori e delle cessate famiglie strangolate dai potentati economici e la legalità, calpestata in un paese la cui corruzione ha raggiunto livelli intollerabili, in tutti i settori, comprese le banche e le sedicenti Autorità
La segreteria Adusbef