Adusbef e Federconsumatori contro l'ottusa burocrazia dell'Agenzia delle Entrate
ROMA. Corsa ad ostacoli ed incubo burocratico per l’esenzione dal canone Rai, per chi non ha un apparecchio TV in casa o per chi vuole evitare di pagare il canone in due bollette elettriche, i cui termini di autocertificazione scadono oggi, 16 maggio 2016.
La solita Agenzia delle Entrate, che invece di facilitare la vita ai contribuenti la complica, e che non ha rafforzato il numero a pagamento 844800444 impossibile da raggiungere dopo lunghissime attese (60/70 minuti) con ripetute cadute di linea, mentre per diplomatici e militari stranieri (il cui termine scade lunedì 23 maggio), ha creato un modulo chiaro, con uno spazio per i primi, un altro per i secondi, per i normali vessati e tartassati cittadini ha redatto un modulo rompicapo difficile da comprendere. Il modulo per la “dichiarazione sostitutiva” uguale per tutte le tipologie di contribuenti, pubblicato sia nel sito Rai che Agenzia delle Entrate, prevede esempi di compilazione dedicati ai vari casi: due coniugi dotati di utenza elettrica ma non di tv, o con una bolletta intestata al marito nella prima casa e alla moglie nella seconda; quelli con la bolletta a loro nome in una seconda casa affittata; gli eredi di persone decedute la cui bolletta elettrica è ancora in vigore. Un vero e proprio rompicapo per indurre in errore o scoraggiare i contribuenti, costringendoli a pagare comunque il canone Rai, anche se sarebbero esentati.
Senza contare l’impossibilità dell’ invio della dichiarazione per via telematica, perché “per ragioni di sicurezza” servono 15 giorni per ottenere il Pin dell’ Agenzia delle Entrate, costringendo i contribuenti, sui quali grava l’obbligo di dichiarare il possesso di un apparecchio TV e perfino di far parte dello stesso nucleo famigliare nel caso di due utenze elettriche, dati già in possesso dell’Agenzia delle Entrate, che non può mancare il suo obiettivo sadico di vessare e perseguitare i cittadini, costringendoli ad andare alla posta ed inoltrare una raccomandata avviso di ritorno che costa 4,50 euro, con perdite di tempo e di denaro.
Ennesima gratuita vessazione dell’Agenzie delle Entrate, le cui istruzioni di inoltrare raccomandate senza buste, piegando il modulo in tre parti, a dimostrazione del suo invio, quasi che i contribuenti si divertono a perdere tempo in coda alla posta ed a sprecare denaro, dimostra ancora una volta il disprezzo per i cittadini onesti che pagano il fisco, contribuendo così al mantenimento dello stato sociale, ma anche di ottuse, strapagate burocrazie che calpestano ogni giorno i diritti stabiliti dallo Statuto dei Duritti del Contribuente.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)