CASERTA. Volevano spacciare nella terra dei Casalesi senza pagare la tangente al clan. Per gli investigatori non ci sono altre spiegazioni alla strage di extracomunitari ieri sera (18 settembre) nel Casertano. Sono sette le vittime dei due agguati: sei i morti nella mattanza di Castelvolturno, sulla Domiziana, tre ghanesi, un liberiano e un immigrato del Togo morti sul posto; mentre un altro liberiano morto stamane in ospedale. Resta in gravi condizioni un altro straniero. E poi c'è il titolare della sala giochi di Baia Verde, massacrato con venti colpi di mitraglietta 20 minuti prima dell'esecuzione degli immigrati. "Due episodi collegati", ripetono le forze dell'ordine.
All'alba, agenti del commissariato di Castelvolturno e della Squadra Mobile di Caserta hanno perquisito le case di parecchi spacciatori d'origine africana e interrogato alcuni pregiudicati affiliati al clan dei Casalesi, che controlla la zona dove spacciavano gli extracomunitari uccisi la scorsa notte. Nessun fermo finora, ma le indagini puntano dritto verso il clan egemone nel Casertano.
La notte scorsa i killer erano tre. Hanno sparato cento colpi: una pioggia di piombo contro il nuovo clan degli immigrati. I sicari indossavano i giubbetti dei carabinieri. Sono piombati dentro la sartoria retta dagli extracomunitari intorno alle nove e mezza di sera e hanno sparato con kalashnikov e pistole calibro 9. Non hanno lasciato scampo neppure a un giovane di colore che era a bordo di un'auto ferma lì vicino: i carabinieri lo hanno trovato ancora seduto al volante, la cintura di sicurezza ancora allacciata. Poco prima della mattanza a Castelvolturno, i sicari erano passati dalla sala giochi in via Giorgio Vasari a Baia Verde. Avevano il volto coperto, erano armati di pistole. Hanno esploso 20 colpi contro il titolare del locale, Antonio Celiento, 53 anni, ritenuto affiliato al clan degli Schiavone. Era solo; l'hanno centrato all'addome e alla testa. E' morto poco dopo in ospedale senza più riprendere coscienza.