MOSCA. Almeno 109 persone sono morte e altre 130 sono rimaste ferite nell'incendio scatenato la notte scorsa da fuochi d'artificio in un locale di Perm, grande città industriale degli Urali, a 1.400 km circa a est di Mosca. Autorità e inquirenti hanno escluso la pista di un atto terroristico, addossando la responsabilità della tragedia, – la più grave del suo genere mai registrata in Russia – all'imprudenza, alla negligenza e alla violazione delle norme antincendio da parte dei responsabili del locale. Dalle prime verifiche risulta che nessun italiano è rimasto coinvolto nell'incendio. Un uso improprio del materiale pirotecnico introdotto illegalmente nel locale per allietare la festa ha scatenato le fiamme. E' andata via la luce, e il denso fumo, unito alla calca indescrivibile alle uscite – ha fatto sì che la festa si trasformasse in tragedia. Su ordine del presidente Dmitri Medvedev a Perm sono giunti in poche ore i ministri dell'interno, della sanità e della protezione civile per coordinare in loco le operazioni di soccorso e assistenza ai feriti. Lo stesso Medvedev, in un collegamento in videoconferenza con Perm, ha avuto parole molto dure nei confronti dei proprietari e dei responsabili del locale, parlando apertamente di "grave crimine" da punire con condanne molto severe. Il presidente ha al tempo stesso auspicato un inasprimento delle pene per le violazioni della normativa antincendo. Medvedev ha proclamato il lutto nazionale per il 7 dicembre.