Lannutti: "Il regolamento fa apparire democratica la dittatura coreana"
SIENA. Il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, eletto il 27 settembre con 21 voti su 40, dopo averla definita il 5 aprile 2017: “Un impasto di demagogia e pressapochismo che, al di là delle migliori intenzioni, non produrrà nulla di buono per le istituzioni”, ha stilato un regolamento ad hoc per insabbiare preventivamente e scientificamente le responsabilità di Bankitalia e Consob negli ultimi 7 crac bancari costati 110 mld di euro bruciando i risparmi di 350.000 famiglie, con l’esplicita finalità di tappare la bocca all’opposizione (19 membri), facendo apparire più democratica perfino la dittatura nordcoreana di Kim-Jong-sun.
Dalle bozze dello schema di regolamento, viene assegnato al presidente Ferdinando Casini ampia discrezionalità sulle scelte insindacabili degli auditi: “Le domande sono rivolte ai testimoni, o alle persone ascoltate nella forma della libera audizione, dal Presidente ovvero dai singoli componenti della Commissione nell’ordine e nei modi fissati dal Presidente, che ne valuta l’ammissibilità” – art. 14, terzo comma, mentre il successivo articolo 4, fa rivalutare il Politburo del Comitato Centrale del PCUS eletto il 12 dicembre 1917 nella Russia di Stalin: “…in casi straordinari di necessità e di urgenza, il Presidente esercita i poteri spettanti all’Ufficio di Presidenza, riferendo, di norma, entro due giorni all’Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi”.
Al comma 1 dell’art. 21, recita:”al fine di consentire alla Commissione di avvalersi di tutte le collaborazioni ritenute necessarie per il migliore espletamento della sua attività, il Presidente concorda con l’Ufficio di Presidenza le relative deliberazioni. I nominativi dei collaboratori esterni sono comunicati alla Commissione. Con le medesime modalità si procede in caso di revoca dell’incarico”, offrendo al presidente ampia facoltà e libero arbitrio nella scelta non dei migliori consulenti tecnici, in grado di individuare comportamenti illeciti, ma con le usuali clientele, per non disturbare troppo Bankitalia e Consob.
Come ha rilevato anche il senatore Gianni Girotto, membro della commissione: “all’art 5.1 manca previsione maggioranza qualificata… ma soprattutto se non c’è unanimità decide il presidente! Al 5.3 manca “integrato dai rappresentanti dei gruppi”. Al 6.3 il quorum è stato portato da 1/4 a 1/3, quindi più difficile per le opposizioni. Al 8.1 la maggioranza è stata portata dalla metà a un terzo dei componenti. Ma come si raccorda questo con il punto 9.1? Al 8.2 hanno tolto la possibilità di verifica del numero legale tramite richiesta da quattro componenti. Al 9.1 la maggioranza non è quella dei componenti ma dei presenti. Quindi per la maggioranza relativa potrebbe avere vita più facile. E come si rapporta con il punto 8.1?”, il regolamento è stato redatto con l’esplicita finalità di tappare la bocca alle opposizioni.
Ma la perla finale – secondo quanto pubblicato dai media e non smentito – le testimonianze riguardanti Bankitalia e Consob, sarebbero state calendarizzate nelle ultime posizioni, con la certezza che, mancando una manciata di mesi a fine legislatura, tali audizioni non saranno mai escusse, per non disturbare troppo le malefatte di Bankitalia e di alcuni ispettori come Scardone, premiato con una dorata poltrona alla Carim, dopo aver girato la testa dall’altra parte su Mps e Banca Popolare di Vicenza, in merito alla prassi diffusa delle banche popolari sui ‘prestiti baciati’, ossia l’obbligo di acquistare azioni illiquide (non quotate) dal valore gonfiato, pena la mancata concessione di finanziamenti, mutui, prestiti, che in moltissimi casi erano finanziati dalla stessa banca, il quale affermava nel 2012, che quel fenomeno non era rilevante e non destava preoccupazioni.
Alla luce di tale regolamento, che attribuisce al presidente Kasini Kim-Jong-un II, perfino il diritto di giudicare l’ammissibilità o meno delle domande che i commissari vogliono fare ai testimoni, Adusbef chiede alle opposizioni che non vogliono essere complici, di abbandonare i lavori, per non fungere da foglia di fico al senatore Casini che, date le premesse, non diraderà le nebbie di illegalità, collusioni, favoritismi di Bankitalia a banchieri amici, su una gestione delinquenziale del credito e del risparmio, che oltre ai suicidi di espropriati, ha generato una scientifica distruzione di intere vite di lavoro ad almeno 350.000 famiglie.