Uilca riprende la proposta di Sileoni
ROMA. Subito una “cabina di regia fra Abi e organizzazioni sindacali per fronteggiare la crisi del settore bancario”. A insistere sulla proposta , gia’ avanzata un anno fa, e’ il segretario generale della Uilca, Massimo Masi. “Un anno fa non se ne fece nulla -spiega Masi- perche’ l’Abi non fu in grado di riconoscere i propri errori degli anni passati e preferi’ rifugiarsi negli accordi (quasi fotocopia) nei vari gruppi senza una visione d’insieme e alcune organizzazioni sindacali non ne ravvisarono l’utilita'”.
Ora, aggiunge “in un’intervista il segretario generale Fabi Lando Sileoni ha riproposto questa cabina di regia allargandola a esponenti esterni all’Abi e alle sigle sindacali non solo per affrontare il momento difficile che le banche italiane stanno attraversando, ma anche per delineare una strategia e una prospettiva futura per il sistema bancario”. Masi, che si dice d’accordo con Sileoni, precisa meglio la sua proposta. “Nei mesi scorsi i piani industriali e i conseguenti contenimenti dei costi sono stati definiti in tutti i principali gruppi bancari, sempre unitariamente, tranne che nei casi del Monte dei Paschi di Siena e Ubi che ha visto inopinatamente la Fisac/Cgil tra i non firmatari. Oggi la situazione patrimoniale delle banche italiane, in una fase dove la ripresa economica sembra vicina, e’ certamente migliorata rispetto ad un anno fa, anche se emergono focolai gravi in alcune realta’: Carige, Carife, Tercas, Banca Popolare Spoleto (il recente accordo potrebbe aver limitato ulteriori pericoli), Banca delle Marche, oltre alla piu’ volte citata Mps, sono i casi piu’ eclatanti”.
Ora, aggiunge “in un’intervista il segretario generale Fabi Lando Sileoni ha riproposto questa cabina di regia allargandola a esponenti esterni all’Abi e alle sigle sindacali non solo per affrontare il momento difficile che le banche italiane stanno attraversando, ma anche per delineare una strategia e una prospettiva futura per il sistema bancario”. Masi, che si dice d’accordo con Sileoni, precisa meglio la sua proposta. “Nei mesi scorsi i piani industriali e i conseguenti contenimenti dei costi sono stati definiti in tutti i principali gruppi bancari, sempre unitariamente, tranne che nei casi del Monte dei Paschi di Siena e Ubi che ha visto inopinatamente la Fisac/Cgil tra i non firmatari. Oggi la situazione patrimoniale delle banche italiane, in una fase dove la ripresa economica sembra vicina, e’ certamente migliorata rispetto ad un anno fa, anche se emergono focolai gravi in alcune realta’: Carige, Carife, Tercas, Banca Popolare Spoleto (il recente accordo potrebbe aver limitato ulteriori pericoli), Banca delle Marche, oltre alla piu’ volte citata Mps, sono i casi piu’ eclatanti”.