Per Adusbef e Federconsumatori la condotta omissiva diventa una colpa
ROMA. Quando un evento delittuoso si è verificato per la condotta omissiva posta in essere da un soggetto che aveva l’obbligo giuridico di impedirlo, equivale a cagionarlo.
Nell’attività fraudolenta a danno di 120.000 famiglie azzerate dalla gestione criminale del credito e del risparmio della Banca Popolare di Vicenza, che vede addirittura contestato dalla locale Procura il reato di ostacolo alla vigilanza, tutti sapevano e non hanno informato dei rischi azionisti e risparmiatori, per tentare di salvare fino all’ultimo Zonin & Soci, come l’ennesima prova provata, una auto confessione,il rapporto Bce tenuto nascosto per parecchi mesi e di recente trasmesso alla Procura di Vicenza, che dovrebbe far scattare l’urgente incriminazione di Bankitalia..
Bce infatti, con l’ ispettore Emanuele Gatti della Banca d’ Italia, eseguì una verifica sull’ attività dell’ istituto vicentino nel biennio precedente, i cui esiti dell’ispezione, durata dal febbraio al luglio 2015, sono stati consegnati in procura e alla guardia di finanza che costituiscono uno dei punti fermi dell’ inchiesta contro gli ex vertici di BpVi, indagati per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. La Bce ha ricostruito le dinamiche dell’offerta di investimenti, compresi gli aumenti di capitale, con la compilazione e sottoscrizione della Mifid, un documento per certificare il profilo dell’ investitore, e individuare il prodotto più adatto a lui, con 58 mila azionisti della Popolare di Vicenza, che sarebbero in gran parte fasulli.
Cosa facevano Consob, che ha addirittura secretato una sanzione di 73.000 euro a Zonin & Soci e Bankitalia, per impedire la vendita azioni (di per se stesse rischiose) anche a chi non voleva rischiare, chiedendo un profilo prudenziale, o l’evidente manipolazione dei profili di rischio nell’acquisto di azioni gonfiate o per partecipare agli aumenti di capitale ?
Bce ha addirittura evidenziato che nel 2013 BpVi riusciva a evadere in un mese le richieste dei clienti di rivenderle le azioni (nel gennaio di 3 anni fa valevano 52 milioni), a dicembre ammontavano a un miliardo e i tempi erano molto più lunghi, che la banca non ha adeguatamente informato i clienti del rischio di non riuscire a ricomprarle, quanto meno fino al marzo 2015. Per non parlare dei clienti di serie ‘A’ che sono riusciti a liquidare posizioni a 62,50 euro, mentre il ‘parco buoi’ è stato completamente azzerato.
Adusbef e a Federconsumatori, che a fronte delle lungaggini della locale procura, stanno studiando ipotesi di ‘avocazione’ dell’inchiesta, deplorando comportamenti di favore per Zonin & Soci ancora a piede libero e senza neppure la doverosa confisca dei beni, tornano a chiedere l’incriminazione di autorità vigilanti (Bankitalia e CONSOB), che hanno girato la testa dall’altra parte ed addirittura tenuto segreto un rapporto ispettivo Bce, la cui tempestiva pubblicazione avrebbe forse attenuato l’impatto, della più grande truffa del dopoguerra a danno di 120.000 famiglie.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)