ROMA. Da Anso riceviamo e pubblichiamo.
“Questo è il risultato di una legge recentemente promulgata in Spagna sulla proprietà intellettuale, che entrerà in vigore il 1 gennaio 2015. La legge in questione prevede per gli aggregatori di notizie, come GoogleNews, un pagamento a favore degli editori, per ogni titolo/link pubblicato nella sezione News o semplice pubblicazione di piccoli frammenti di testo.
Vale a dire che Google dovrebbe pagare (avrebbe dovuto!) l’editore spagnolo per portare gratuitamente lettori sul sito dell’editore stesso.
Nelle parole di Richard Gingras, Head of Google News, il rammarico di dover eliminare uno dei servizio gratuiti che BigG fornisce gratuitamente e che, per le nuove condizioni imposte, non sarebbe più sostenibile: “Google News, disponibile in più di 70 edizioni internazionali in 35 lingue, è un servizio gratuito e include fonti che spaziano dai principali quotidiani del mondo a piccole pubblicazioni locali e blog. Gli editori possono decidere se far apparire o meno i loro articoli. Per secoli, gli editori si sono scontrati con i limiti insiti nella distribuzione delle copie stampate. Internet ha cambiato tutto, creando incredibili opportunità ma anche sfide concrete per gli editori, che hanno visto aumentare la competizione nell’attrarre lettori e investimenti pubblicitari”.
“Noi continueremo” – aggiunge Gingras – “a impegnarci per aiutare l’industria dell’informazione ad affrontare queste sfide”.
Proprio ieri ANSO, insieme ad altre organizzazioni europee di editori (AEPP, IGEL, Meltygroup, naTemat, 300politika), ha sottoscritto una lettera inviata al Commissario Europeo Günther Oettinger Commission for Digital Economy & Society per condividere le proprie preoccupazioni in merito ai recenti sviluppi del diritto spagnolo, di cui riprendiamo alcuni passaggi.
Crediamo fermamente che l’Unione europea abbia un ruolo di primo piano nella difesa della libera circolazione delle informazioni in tutta Europa e sul diritto fondamentale dei cittadini a essere informati. Per questo, l’UE deve essere consapevole del reale impatto che questa legislazione avrà sugli editori. Questo è ancor più vero, in quanto la normativa in questione non è stata sottoposta alla Commissione europea per la dovuta verifica, privando così tutte le parti coinvolte della possibilità di essere ascoltate.
Come associazione abbiamo espresso già da tempo pareri negativi sulle normative come quella sul diritto all’oblio (UE), sulla diffamazione – in questi giorni alla Camera – e questa stessa del governo spagnolo, preoccupati dall’effetto boomerang che le stesse potrebbero causare. Oggi, come ampiamente annunciato, le nostre preoccupazioni si stanno avverando.
In questo senso la normativa spagnola renderà certamente più difficile per gli editori iberici essere “ascoltati” e raggiunti da nuovi lettori. La stessa Autorità Spagnola della Concorrenza ha dichiarato che la normativa creerà nuove barriere all’ingresso e renderà più difficile l’accessibilità delle informazioni online.
Non solo. Sarà più difficile per gli stessi lettori spagnoli interagire con i contenuti editoriali, ma anche condividere link o titoli di articoli. Minore condivisione uguale minore crescita, e per i più piccoli e nuovi editori si tradurrà in un minore sviluppo dell’audience a favore di editori più grandi e di agenzie di stampa più consolidate.
Incredibilmente tutto ciò accadrà senza lasciare ai publisher il pieno controllo sui propri contenuti. Per la legge spagnola, infatti, gli editori non sono autorizzati a rinunciare all’obbligo imposto dalla legge.
In breve: questa legislazione è per la Spagna un enorme passo indietro in quanto a competitività e pluralismo. Porterà meno informazione agli spagnoli e meno competitività nel mercato.
ANSO e le altre associazioni di editori europee, chiedono alla Commissione UE un intervento rapido al fine di scongiurare che altri governi nazionali, appartenenti all’Unione, nel tentativo di agevolare il settore dell’editoria, non finiscano per legiferare ottenendo, come in Spagna, l’effetto contrario.
Recentemente, in germania, molti editori si sono avvalsi della legge nazionale che consente agli stessi di proibire a motori di ricerca e aggregatori di notizie di sfruttare contenuti che vadano oltre il semplice titolo degli articoli. L’eliminazione degli snippet però ha avuto un effetto negativo sulle proprietà editoriali con un diminuzione stimata del 50% del traffico proveniente da Google. Percercentuale che ha fatto, in breve tempo, richiedere agli editori tedeschi il reinserimento delle proprie testate su GoogleNews.
Il mondo è cambiato. Il mondo dell’informazione è cambiato con esso. Tentare di contrastare questi cambiamenti nel tentativo di mantenere le proprie posizioni anziché cercare e trovare insieme il modo migliore per cavalcarle, non potrà che accelerare la crisi che oggi gli editori tutti si trovano ad affrontare.