Un anno fa il disastro della nave da crociera: 30 morti e due dispersi
GIGLIO. Il primo anniversario del naufragio della Costa Concordia sugli scogli del Giglio – ricordiamo che la procedura di recupero del relitto della nave è ancora lontana dal realizzarsi – è stato segnato da una manifestazione svoltasi sull’isola dell’Arcipelago Toscano. Il suono prolungato delle sirene dei traghetti, infatti, ha salutato il ritorno in mare dello scoglio delle Scole contro cui andò a schiantarsi la Concordia prima di naufragare. Alla cerimonia, che ha aperto le iniziative previste per l’anniversario della tragedia, hanno assistito i familiari e i parenti delle 32 vittime del disastro a bordo di uno dei traghetti. Lo scoglio era stato strappato dalla Concordia ed era rimasto conficcato nella lamiera per diversi mesi. Anche tanti i sopravvissuti presenti, italiani e stranieri. Fra loro il capo della Protezione civile Gabrielli e il comandante della Capitanieria di Livorno De Falco, che coordinò i soccorsi. Il relitto sarà rimosso fra luglio e settembre e il costo dell’operazione è salito a 400 milioni di dollari. Messa solenne, presieduta dal vescovo di Grosseto monsignor Guglielmo Borghetti, che si è chiusa con la lettura del messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fatta dal prefetto di Grosseto Valentini. Il vescovo, alla presenza di autorità come il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e il sottosegretario alle Infrastrutture e ai trasporti Guido Improta, ha voluto collegare nella sua omelia la “generosità” degli isolani alle letture della messa “tutti quella notte fortificò, consolidò”, e ha voluto ricordare anche quanti rischiarono la vita per salvare in naufraghi. “Dobbiamo fare in fretta ma dobbiamo fare bene”, ha invece ricordato il ministro Clini ai giornalisti che chiedevano conto dei tempi di rimozione del relitto: “stiamo studiando interventi per alleggerire il peso della nave in modo che si possa portarla via nel porto più vicino”. Il ministro dell’Ambiente ha sottolineato che, in ogni caso “è una cosa da evitare avere una nave come la Concordia che gira perché non si sa in che porto portarla. Più leggera sarà la nave, più vicino sarà il porto e io spero che sia Piombino” rilanciando una proposta che rivaluterebbe la cittadina in provincia di Livorno che soffre una grave crisi occupazionale. Lo stato del procedimento aperto contro il comandante Schettino e altre dodici persone, a Grosseto, vedrà a fine mese, al massimo a febbraio, gli inquirenti formalizzare le richieste di rinvio a giudizio per l’incidente che ha causato trenta vittime accertate e due dispersi. Nel mese di febbraio sarà fissata la data dell’udienza preliminare. Secondo i tempi tecnici, il processo si terrà dopo l’estate e per Schettino sarà quasi sicuramente con rito ordinario, mentre altri potrebbero essere giudicati con forme abbreviate. L’ex comandante e imputato numero uno ha reso chiara, sin dalle sue prime dichiarazioni, quale sarà la propria linea difensiva: la distribuzione delle colpe con la stessa Costa Crociere e con gli altri ufficiali in plancia. Colpe che potrebbero ricadere anche sul timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin che a quanto pare capì male, forse per problemi di comprensione della lingua, gli ordini di Schettino. O sul capo maître Antonello Tievoli e il direttore dell’hotel di bordo Manrico Giampedroni che quella sera erano in plancia a chiacchierare e forse disturbavano gli ufficiali. Rusli avrebbe sbagliato due manovre, una virata a destra e qualche momento dopo una controvirata a sinistra, contribuendo a mandare la nave sugli scogli del Giglio. Di Tievoli, Giampedroni e delle loro presunte responsabilità aveva già parlato il 14 gennaio scorso, all’indomani del naufragio, il terzo ufficiale Silvia Coronica.