ROMA. Da quando sono cominciate le procedure di vendita della compagnia, alla fine del 2006, lo spettro di un'amministrazione straordinaria si è sempre aggirato sulla compagnia di bandiera. Anche se allora era più che altro uno spauracchio evocato per tenere a bada componenti della maggioranza e sindacati poco propensi al cambiamento. Da ieri è una realtà: il consiglio di amministrazione della società, nella sua ultima riunione sotto la presidenza di Aristide Police, ha richiesto l'amministrazione straordinaria richiamando il decreto-legge approvato ieri dal consiglio dei ministri e pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale.
E contestualmente, conditio sine qua non per accedere alla procedura concorsuale, ha presentato ricorso per la dichiarazione dello stato d'insolvenza al Tribunale di Roma. In serata il presidente del consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ha firmato il Dpcm con cui ha ammesso la società alla procedura e ha nominato commissario Augusto Fantozzi.
Per quale motivo ufficialmente il cda ha dichiarato l'insolvenza non è dato saperlo, perché il consiglio ha esaminato ma non approvato i conti semestrali dai quali, secondo le indiscrezioni, sarebbero emerse perdite tali (oltre i 400 milioni) da portare in negativo il patrimonio netto.
Il consiglio ieri ha approvato soltanto la posizione finanziaria netta al 31 luglio, come usava fare ogni mese prima che il decreto-legge sul prestito ponte da 300 milioni decidesse la sospensione del titolo in Borsa, che resta ancora tale. La posizione evidenzia un indebitamento di 1,172 miliardi (57 milioni in più rispetto al 30 giugno 2008) e un'erosione della cassa da 375 a 314 milioni.