ROMA – «A queste condizioni non si può andare avanti, per noi non c'è più trattativa». Lo ha comunicato un portavoce di Cai (Compagnia aerea italiana) dopo il blocco nella trattativa con i sindacati di Alitalia. «Venerdì ci sarà una riunione del consiglio di amministrazione che deciderà cosa fare», ha aggiunto il portavoce, ricordando che l'accordo con i sindacati era una condizione per la presentazione dell'offerta vincolante per Alitalia. «I sindacati firmino o per noi la partita è chiusa». Fonti vicine alla Cai hanno poi sapere che i sindacati non hanno voluto rinunciare alle 45 mila giornate annue di permesso sindacale, che Cai vuole invece ridurre a 3.500. «False, bugiarde, strumentali e destituite di ogni fondamento» le voci secondo le quali le organizzazioni sindacali «avrebbero rifiutato di sottoscrivere i contratti di lavoro del personale di volo e di terra proposti da Cai» a causa dei permessi sindacali. Le nove sigle sindacali di Alitalia si riuniranno alle 14,30 presso la sede dell’Anpac per fare il punto della situazione.
Il presidente di Cai, Roberto Colaninno, ha espresso forte preoccupazione per la rottura della trattativa e auspica che i sindacati ritrovino «coerenza» con gli accordi siglati a Palazzo Chigi: «12.600 posti di lavoro non possono essere gestiti in un contesto di radicalizzazione degli interessi di parte», ha detto Colaninno.
«Abbiamo fatto tanto per cercare di salvare Alitalia, ovviamente non ci siamo rassegnati al fallimento dell’operazione», ha affermato il segretario della Uil, Luigi Angeletti. «Non vediamo alternative. Non esiste un’alternativa che non sia immaginaria. L’unica alternativa a questa offerta è la liquidazione».